Un ex Galaxy racconta Ibra: “Certe volte non diceva neanche buongiorno”

Quando si parla di Zlatan Ibrahimovic, chiunque abbia giocato con lui ha qualche storia da raccontare. Joe Corona, ex compagno ai Los Angeles Galaxy, ha spiegato che sì, Zlatan poteva anche diventare furioso, persino dopo un avittoria…

Quando si parla di Zlatan Ibrahimovic, chiunque abbia giocato con lui ha qualche storia da raccontare. Qualche tempo fa il suo ex compagno di squadra ai Galaxy Joao Pedro ha spiegato che quando la squadra perdeva, lo svedese diventava davvero intrattabile, fino a…minacciare di morte i compagni. Al riguardo è poi arrivata la replica di un altro calciatore che ha condiviso lo spogliatoio con Ibra a Los Angeles. Joe Corona, centrocampista che è stato suo compagno nella franchigia californiana, ha spiegato a ESPNDeportes che sì, Zlatan poteva anche diventare furioso, persino dopo una vittoria. Ma che in fondo scendere in campo accanto a uno come lui era davvero speciale.

PRIVILEGIO – “Zlatan è un personaggio. È unico. Ha i suoi momenti particolari, ma come ce li abbiamo tutti. Dal mio punto di vista, è stato un privilegio giocare accanto a un calciatore che è una leggenda di questo sport. Essendo stato un suo compagno di squadra, ho delle storie da raccontare e su cui posso farmi una risata”. Insomma, un giocatore così importante e così stellare, da potersi permettere anche qualche comportamento sopra le righe. Corona, però, non ricorda scontri con lo svedese. “Da un punto di vista personale, non ho mai avuto problemi con lui. In campo chiedeva molto, ma io e lui abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto. E ripeto, giocare con lui è stato un privilegio”.

RIMPROVERO – Sulla competitività, però, non ci sono dubbi. E se Joao Pedro aveva parlato della rabbia di Ibra dopo una sconfitta, il centrocampista di origine messicane spiega che anche vincere non metteva al riparo dalla furia del Colosso di Malmö. “Mi pare che fosse una partita che abbiamo vinto, forse 3-0. Finisce il match, lui arriva negli spogliatoi e ci rimprovera. Tutti, uno per uno. E avevamo vinto, per giunta giocando molto bene! Quindi, come calciatore, è uno che chiede tanto ai compagni. C’erano giornate in cui era di buonumore, altre in cui non ti diceva neanche buongiorno. Lo sapevamo tutti, lo conoscevamo e sapevamo che quella è la sua personalità”. Insomma, Ibra è sempre Ibra. Basta…saperlo.

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