Un altro tuttofare per Conte e per l’Inter. Dove giocherà Vidal?

Dalla trequarti all’interno della mediana, il cileno è solo l’ultimo dei neo-interisti a poter interpretare più ruoli: anche Kolarov e Darmian sono stati scelti apposta…

Arturo Vidal è un soldato. E Antonio Conte è il suo condottiero. Ieri in bianconero, oggi in nerazzurro. Appena arrivato a Torino, nel 2011, “Portatemi Arturo” fu la richiesta per provare a rifondare dal centro del campo una Juventus apatica e che non vinceva più. Detto, fatto: insieme ridiedero in poco tempo ossigeno a una Signora ferita. All’Inter, dopo qualche anno, il progetto resta più o meno lo stesso.

QUEL DOPPIO BINARIO

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Conte rivuole Arturo perché sa fare più cose. È un jolly, la sua carta vincente. In campo sa spaziare, ricopre ruoli diversi per esserci e per farsi sentire. Sempre. Dalla trequarti all’interno della linea mediana, dalla fase offensiva a quella di copertura. Attacca e difende: è un giocatore duttile, moderno ed efficace. Approdato in Italia dopo quattro anni a Leverkusen, Arturo impara a far tutto col tempo. Da motore mobile della “prima” Juventus campione d’Italia, la sua posizione avanza senza fretta. E quando sulla panchina bianconera si siede Massimiliano Allegri, si sposta a ridosso delle due punte per dare un imprinting sempre più europeo alla squadra che sfiora il Triplete a Berlino. Proprio come allora, oggi Vidal parte da Barcellona e arriva a Milano per giocare sulla trequarti. Almeno all’inizio, prima di arretrare all’occorrenza.

GLI ALTRI

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Il cileno è corsa, tecnica ed esplosività. È dribbling e cross, colpo di testa in inserimento e tiro dalla distanza. Se serve può stare addirittura in difesa, come successo a volte in passato. E a guardare la campagna acquisti nerazzurra, non è il solo a saper variare e a poter fare almeno due ruoli. Lo stesso vale per Aleksándar Kolarov, arrivato dalla Roma, e per Matteo Darmian, fermo a Parma con in tasca un biglietto per Milano. Entrambi terzini di difesa, pronti però a giocare da esterni in posizione avanzata (nonostante l’età nel caso del serbo). Parola d’ordine? Duttilità. Non è un caso, ma una scelta.

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