Un 2022 da brividi: Inzaghi a Torino può soltanto vincere

Dalla Supercoppa al 3° posto: per l’Inter tre mesi da incubo. Nel girone di ritorno nessun successo in trasferta: ma contro i bianconeri tornano Brozovic e De Vrij

Guardare al passato per pensare con ottimismo al futuro. La pausa delle nazionali stavolta è arrivata nel momento giusto: dall’ultima, quella pre derby di fine gennaio, l’Inter non è più stata Inter e Simone Inzaghi ha perso le sue certezze. Per mesi il suo lavoro aveva incantato avversari e critica, per mesi i suoi giocatori sembrano giocare un campionato a parte. Possesso palla avvolgente e travolgente, occupazione degli spazi, occasioni a ripetizioni e valanghe di gol. Di colpo, però, quella macchina infernale si è piantata, quasi avesse fuso il motore. Nell’officina di Appiano, Simone e il suo staff hanno provato invano a cercare di rimettere in moto la squadra, ma dopo la rimonta subita contro il Milan, con l’Inter dominante per 70′ e poi clamorosamente perdente, è scattato qualcosa nella testa e nelle gambe dei giocatori. Come se quel passaggio in pochi minuti dal più 10 virtuale (considerando il recupero da giocare col Bologna) che avrebbe quasi messo in ghiaccio il discorso scudetto al più 1 (con una gara in meno) di fine match. Una mazzata terribile dalla quale l’Inter non si è più ripresa.

Quei precedenti…

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Eppure, c’è la storia a dire che tutto è ancora aperto, a patto – ovviamente – di vincere in casa della Juve. Un’impresa complicata, che all’Inter non è riuscita nemmeno in era Conte. Però, è stato proprio il successo contro la Juve a San Siro a convincere l’Inter di Conte a credere nello scudetto. Inzaghi vuole appoggiarsi a quel precedente per liberare la testa dei suoi dalla paura di un “fallimento” che in pochi potevano prevedere alla fine del girone di andata. E Simone sa come si fa: l’impresa gli è riuscito con la sua Lazio nel 2017, ribaltando Allegri a domicilio con una doppietta di Immobile. Un successo sorprendente ma meritato, che regalò a Simone la convinzione di poter ambire a una carriera da tecnico top, fortificata dalla vittoria della Supercoppa 2017, sempre contro Max e la Juve. Da quel giorno, infatti, Inzaghi divenne il primo nome per il post Allegri ogni volta Max sembrava vicino all’addio. E pensare che la scorsa estate le strade dei due si sono ancora incrociate: Allegri doveva essere il post Conte, poi scelse la Juve, spalancando a Simone le porte di Appiano.

Le armi

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In tre mesi, tutto è cambiato. Dal successo in Supercoppa, che sembrava l’inizio di una nuova stagione di trionfi a tinte nerazzurre, al pari con la Fiorentina, che ha visto scivolare l’Inter al terzo posto, Inzaghi ha vissuto sulle montagne russe e non ha mai vinto in trasferta. Ma domenica Simone potrebbe ritrovare finalmente tutti i suoi titolarissimi: dai recuperi di De Vrij e Brozovic, fondamentali per dare senso e ritmo alla manovra, a Lautaro, ristabilito dal Covid. Inzaghi si appoggerà alle sue certezze, cercando di recuperare lucidità e dinamismo in mediana. Skriniar, ad esempio, sembra uno dei pochi ad avere le qualità per attaccarsi a Vlahovic e limitarlo: finora ci sono riusciti in pochi in A, ma lo slovacco è sicuramente tra i clienti più scomodi per uno come il serbo. Simone vuole blindare la porta, ma anche ridare brio e lucidità alla manovra: con Brozo tutto è possibile, e con De Vrij alle sue spalle aumentano le armi per sorprendere, potendo puntare anche sul lancio lungo. Chiaro, poi bisogna buttarla dentro e in questo Simone può poco, anche se da vecchio rapinatore d’area qualche asso nella manica sicuramente ce l’ha. Di sicuro, è gara senza appello. Inzaghi o vince o può dire addio ai sogni scudetto.

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