Tutti figli di un torneo minore

Ieri ho letto questa singolare presentazione del turno di coppa delle italiane: «Senza togliere nulla alla Roma, che forte del 3-0 dell’andata all’Olimpico deve affrontare gli ucraini dello Shakhtar, la squadra di un torneo minore, e che stasera potrebbe essere l’unica nostra sopravvissuta nelle coppe, per noi italiani la vera partita di ritorno degli ottavi di Europa League si gioca a San Siro». Senza nulla togliere all’autore dell’articolo, che conosco da una vita e da una vita scrive su un giornale il cui attuale vertice ha confessabili e legittime simpatie romaniste, sono sicuro che gli italiani residenti nella capitale, non tutti evidentemente, e qualche texano importato abbiano guardato alla sfida con la squadra di un torneo minore, ma capace di togliere i punti (quattro) della qualificazione agli ottavi di Champions all’Inter, con uno spirito assai diverso.

Avrei da ridire persino sul fatto che il nostro campionato debba essere ancora considerato maggiore: a metà marzo – di sette – è rimasto a rappresentarlo in Europa solo la Roma, vincitrice anche a Kiev, una squadra che è figlia di una rivoluzione sostanziale ma incompleta e di un mercato quasi esclusivamente di uscite, peraltro orchestrato da un amministratore abituato a acquisti e cessioni di altra natura e altro valore.

Borja Mayoral, doppietta e festa: Roma ai quarti di Europa League

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Analizzando compiutamente il flop del nostro calcio, sono rimasto colpito un’osservazione fatta da Mario Sconcerti nel forum in remoto che abbiamo realizzato ieri: «Dieci anni di dominio Juventus, senza quasi possibilità di risposta» il suo intervento «hanno abituato tutti gli eventuali avversari a ridurre al minimo i danni. Nessuno corre più per vincere, tutti corrono per arrivare quarti… Così nessuno costruisce più squadre per batter la Juve, ma per arrivare quarti. E alla fine ci siamo riusciti, siamo davvero quarti, ma dopo inglesi, tedeschi e spagnoli».

La Roma, così come il Napoli, il Milan (troppe e troppo pesanti le assenze con lo United), la Lazio e l’Atalanta, è partita a settembre per arrivare quarta a maggio: al momento si ritrova sesta e con il futuro condizionato dalla conquista dell’obiettivo: dal posto Champions dipende infatti la conferma di Fonseca (scatterebbe per contratto) a meno che i Friedkin non decidano di tagliare totalmente col passato. Tra alti con le basse in classifica e bassi con le alte, la squadra sta crescendo attorno al blocco italiano – Pellegrini, Mancini, Spinazzola, Cristante, ma anche Santon e Mirante, aspettando Zaniolo – e la società non le è da meno: negli ultimi mesi si è ritagliata uno spazio politico rilevante costituendo un’opposizione forte e ascoltata.

PS. Partendo dal 2 a 0 di Londra, il Tottenham di Mourinho è stato eliminato dalla Dinamo Zagabria, squadra di un altro torneo minore, quello croato: tre gol del ventottenne Orsic.

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