Il portiere del Frosinone a Radio Serie A: “Interista sin da bambino. Il sogno? La salvezza, ma anche la nazionale”
Tifoso dell’Inter, sin da bambino. Protagonista a San Siro, senza volerlo, quando ha subito il gol di Federico Dimarco, il grande sogno della nazionale. Il portiere del Frosinone Stefano Turati si è raccontato a Radio Serie A con Rds. A partire proprio dalla rete subita da 58 metri: “Non so se volesse tirare in porta, so solo che prendere un gol del genere fa rosicare- riconosce Turati -. L’ho rivisto almeno 180 volte, pensando: mezzo metro in meno, mezzo metro in più. È stato bravo lui”.
tifoso
—
Turati ha raccontato come è nato l’amore per l’Inter: “Spesso quando si cresce in una città ci si innamora della squadra. A me è successo con l’Inter, sono nato e cresciuto a Milano e sono andato tante volte in curva a seguire i nerazzurri. Quello che non mi aspettavo era di giocare in Serie A, e soprattutto non credevo che la Curva Nord mi dedicasse un coro, è stato un momento da brividi. L’Inter rappresenta il mio passato, non posso cancellare il mio vissuto, anche se poi metto anima e corpo in qualsiasi cosa. Giocare nella propria squadra del cuore penso sia un sogno per chiunque”. Nerazzurro è anche il suo idolo: “Julio Cesar. Mi sono innamorato del ruolo del portiere quando a San Siro, da piccolo, guardavo lui. Poi c’è anche stato anche Samir Handanovic, sono cresciuto con loro due. La parata di Julio Cesar su Messi? È stata forse una delle cinque parate più iconiche di sempre, sia per importanza sia per estetica”.
qui frosinone
—
Dopo la promozione in Serie A la scelta di Frosinone si è rivelata azzeccata: “Allo Stirpe si è creata una magia unica. L’anno scorso abbiamo vinto la Serie B e ho fatto di tutto per tornare perché sono stato davvero benissimo. Speriamo di continuare così, sarebbe un sogno che il Frosinone per la prima volta si salvasse in Serie A”. E’ entusiasta di Soulé. “Un talento incredibile, eccezionale, ma anche un bravissimo ragazzo, un pezzo di pane. Spesso al mattino condividiamo il mate perché io ho sempre bisogno di una o due ore per carburare”. E spiega così la filosofia di Di Francesco? “Ci ha dato una visione e una identità di gioco chiara. Giochiamo sempre a calcio senza mai consegnare la palla e credo si sia sempre visto in tutte le nostre partite. Il mister ci trasmette voglia di riscatto e passione. Siamo tutti giovani e ambiziosi: questo ci accomuna nell’obiettivo. C’è spontaneità e una sana pazzia nell’affrontare le partite. Prima di scendere in campo, ci diciamo: li battiamo”.
gli obiettivi
—
Ora la testa è già sul Genoa: “In casa siamo a nostro agio, mentre fuori stiamo facendo un po’ più fatica. Non mi sento di dire che dobbiamo mettere qualcosa in più, perché ogni volta usciamo dal campo stanchi: diamo tutto, sempre”. E in un campionato in cui il Frosinone ha già raccolto 4 successi, Turati resta con i piedi per terra, senza smettere di sognare: “La Nazionale è uno dei miei più grandi obiettivi, il sogno di ogni bambino. Non è quasi contemplata nella testa di un calciatore perché è qualcosa di troppo grande. Però poi sei lì e pensi: cavolo, perché non provarci e dare tutto affinché si avveri? Certo il parco portieri italiani attuale è clamoroso, ce ne sono tanti e sono tutti fortissimi”.
Gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA