Buongiorno Igor Tudor. Come sta? “Sto bene, grazie. Mi sto godendo la famiglia qui, a casa mia, a Spalato. La maggior parte del tempo posso finalmente passarlo con i miei cari, mia moglie e i tre figli: il ragazzo di 18 anni, la ragazza di 15 e la bimba di 7. Quando alleni all’estero ti perdi tanti momenti da marito e papà: io amo portare i figli a scuola ora che posso, e vederli crescere è una gioia. È una sofferenza stare lontano da loro quando alleno all’estero. A Spalato mi trovo benissimo, e ogni tanto vado qui di fronte all’isola di Hvar dove vivono i miei genitori”.
Preferisce aggiornarsi guardando quale calcio? Italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco?
“Guardo chiaramente molto quello italiano perché mi sento anche un po’ italiano, ho vissuto in Italia da 19 a 29 anni, quelli formativi, sono diventato uomo da voi. L’Italia è un Paese splendido che assomiglia molto alla Croazia, affascinante anche per la passione che avete nel calcio. Noi croati è da una vita che veniamo da voi, ricordo anche alcuni tornei da giovane. Guardo anche il calcio inglese che è molto bello da vedere, è più divertente, più intenso e dinamico, meno tattico. Da spettatore ci si diverte di più. Ormai ci sono talmente tante partite in tv che occorre selezionare. Per farlo bisogna essere attratti. Io da allenatore cerco anche partite o spezzoni di partite per vedere alcuni dettagli delle fasi d’attacco o di difesa che possono arricchirmi per poter migliorare. Vedo comunque anche il campionato francese, dove ho allenato: è pieno di giovani talenti che offrono un calcio interessante”.
Per il suo lavoro quanto è più utile andare a vedere le partite dal vivo piuttosto che in televisione?
“È bello vedere dal vivo per quanto riguarda l’atmosfera ma ormai con tutte le telecamere che ci sono, quasi quasi è meglio vederle a casa sul divano. Mi piace guardare le partite sul divano con al massimo un paio di persone in modo da potermi concentrare e capire le varie situazioni”.
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