Tripi: “Roma, sei la mia vita. Ma ora divento grande al Mura”

Da Casalpalocco a una città che si chiama Murska Sobota, cittadina di 11.000 abitanti nel nord della Slovenia. Per diventare grande Filippo Tripi ha scelto il Mura, la squadra che porta il nome del fiume del villaggio e si metterà alla prova nel campionato locale. Una scelta originale, quella dell’ex capitano della Primavera, che sogna un giorno il grande ritorno alla Roma. Tiago Pinto, nel firmare la cessione, ha mantenuto il 30 per cento sulla futura rivendita, un po’ come aveva fatto Monchi quando vendette Frattesi al Sassuolo. Il futuro dipenderà dal suo percorso di maturazione.

Tripi, perché il Mura?

«Perché era l’opportunità più stimolante. Avevo altre proposte ma ho preferito tentare quest’avventura, con un allenatore che punta molto su di me».

Nella Roma è stato utilizzato come centrocampista ma anche come difensore. In Slovenia cosa si aspetta dal signor Damir Contala?

«Mi ha detto che giocherò a centrocampo. Per me è meglio, è il ruolo che sento più mio».

Ma come comunicate?

«In inglese. Io sono bilingue perché ho fatto dieci anni di scuola internazionale. E in Slovenia quasi tutti parlano inglese. Comunque voglio fare anche qualche corso per imparare qualche parola in sloveno».

Chi l’ha accompagnerà?

«Inizialmente la mia famiglia. Poi resterò solo, preferisco così: il posto è carino, tranquillo, senza distrazioni. Ho una fidanzata, Michela, che studia all’università. Quando potrà mi verrà a trovare».

Quando si comincia?

«Il 3. Partiamo per un ritiro di 15 giorni in Turchia, poi avremo l’amichevole contro lo Sturm Graz e riprenderemo il campionato. Siamo sesti ma a tre punti dalla zona europea: l’idea di poter giocare in coppa mi piace».

Le è successo anche con la Roma.

«Sì, è stato emozionante. Peccato non aver esordito anche in Serie A, era il mio sogno, ma magari succederà più avanti. Ora mi godo questa avventura, sapendo che Tiago Pinto continuerà a seguirmi».

Cosa ha imparato nella Roma?

«Tutto quello che so. Ho trascorso 12 anni e mezzo a Trigoria, più di metà della mia vita. Bruno Conti mi scelse e da lì non sono più andato via, fino a raggiungere la prima squadra».

Mourinho cosa le ha detto prima di salutarla? «Mi ha augurato una bella carriera. Anche da lui ho imparato tanto, come dai compagni più esperti: lavorare con Pellegrini, Smalling, Matic e Dybala mi ha arricchito tantissimo».

A proposito di Dybala. Cosa faceva Tripi in mezzo ai tifosi nella sera della presentazione al Colosseo Quadrato?

«Era un evento che volevo condividere con gli amici. Non capita tutti i giorni una cosa così».

Lei è anche tifoso della Roma?

«Sicuramente. Più tifoso che calciatore».

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