Tra i “re” c’è anche Corvino Cessioni, big viola e bilancio

Oltre una trentina di giocatori ceduti, molti giovani acquistati, monte ingaggi ampiamente ridimensionato e una notevole boccata d’aria data al bilancio, nonostante la conferma di tutti i big titolare in rosa eccetto uno, ma venduto a prezzo carissimo. Per descrivere il lavoro portato avanti quest’estate da Pantaleo Corvino, su richiesta del club che doveva risistemarsi mantenendo l propria competitività, si potrebbe utilizzare uno dei più famosi aforismi anonimi: “Il possibile lo stiamo facendo, l’impossibile cercheremo di farlo, per i miracoli ci stiamo attrezzando”. E piano piano, il d.s. salentino i miracoli di mercato li ha praticamente fatti. Se Beppe Marotta è stato il re del mercato “grandi firme”, Pantaleo Corvino è stato quello della “spesa intelligente”.

via i petali INUTILI — Il primo obiettivo raggiunto dal dirigente viola è stato riuscire a piazzare quasi tutti i giocatori in esubero. In primis Giuseppe Rossi e Mario Gomez, che, nella stagione appena iniziata, sarebbero costati 15 milioni lordi d’ingaggio alla società dei Della Valle. Il prossimo sarà Mati Fernandez, che i viola sono disposti a liberare gratis pur di non dovergli corrispondere altri 2 milioni lordi d’ingaggio

occasioni — Consapevole di avere un budget praticamente pari a zero, Corvino, poi, non si è lasciato sfuggire le occasioni trovate in giro per il mondo. Era il secondo obiettivo: aumentare la qualità media della rosa senza spendere. Ecco, così, i prestiti dell’uruguaiano Cristoforo dal Siviglia (con obbligo di riscatto), dei promettenti Toledo e Salcedo (con diritto di riscatto) e dell’ex Genoa De Maio (con diritto di riscatto), ma, soprattutto, del nazionale colombiano Carlos Sanchez, costato appena 250.000 euro per il prestito dall’Aston Villa e già decisivo con il gol segnato domenica sera al Chievo. Per qualche spicciolo in più, a titolo definitivo, è arrivato il croato Milic, destinato a sostituire Marcos Alonso.
tenuti tutti i big — Forse sarebbe stato più semplice cedere subito uno dei pezzi pregiati e avere le mani più libere per agire. Non per Corvino, però, il cui terzo obiettivo era mantenere la promessa fatta a Paulo Sousa: “nessuno dei big sarà ceduto”. Respinte al mittente, allora, le lusinghe di Napoli e Juve per Vecino, il corteggiamento assillante della Roma a Borja Valero, il colpo di fulmine finale del Napoli per Kalinic, il tentativo Milan per Badelj e l’approccio dell’Inter per Bernardeschi. Eppure, per ognuno di questi sarebbero potuti entrare nelle casse viola da 20 ad oltre 30 milioni di euro.
sacrificio necessario — Alla fine, però, resistere è stato impossibile. Troppo ghiotta l’occasione di sistemare un bilancio gravato da oltre 16 milioni di euro di perdite con la cessione di Marcos Alonso al Chelsea: 26,5 milioni, per un difensore reduce da una sola stagione ad alti livelli e arrivato a parametro zero tre anni fa, sono apparsi come un “sacrificio irrinunciabile”. Oltretutto, considerato che per Babacar, che Paulo Sousa avrebbe salutato volentieri, non sono mai arrivate offerte soddisfacenti. Raggiunti tutti gli obiettivi prefissati a Corvino resta un ultimo compito: trovare un sostituto già pronto dello spagnolo finito alla corte di Conte. Se riuscirà anche in questo, la Fiorentina, che nel frattempo ha accresciuto la sua struttura societaria, avrà mantenuto la sua competitività, i rami secchi saranno stati potati, e il “mandato” sarà davvero compiuto.

 Fabio Russo 

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