L’attaccante, autore di una rete a Pescara, per i suoi atteggiamenti sempre un po’ sopra le righe proprio fine gara è stato duramente redarguito da Bigliatwitta
ROMA – «È un giocatore che può fare la differenza, lo aspettiamo tutti». Il più grande sponsor di Keita è sempre stato Simone Inzaghi, che parlava così di lui a finestra di mercato ancora aperta e con il senegalese impegnato in Coppa d’Africa. Una cosa è certa, la storia tra l’ex canterano e i colori biancocelesti ormai è agli sgoccioli, a fine stagione ci sarà l’addio, si tratta solo di capire se in modo burrascoso o con una stretta di mano e un in bocca al lupo. Una storia turbolenta, fatta di alti e bassi, riflesso del carattere del ragazzo, da sempre sicuro dei suoi mezzi a tal punto da sentirsi già degno di uno stipendio da 3 milioni l’anno. Questa la richiesta che ha fatto tremare i polsi a Lotito. Di cantonate ne ha prese, dalla Lamborghini frantumata su un ponte di Roma, alle lamentele diventate prima arrabbiature e poi pianti isterici quando Pioli lo estromise dall’undici titolare in Supercoppa contro la Juve in Cina.
A consolarlo, a caldo, c’era Lotito che con Keita ha assunto fin da subito l’atteggiamento di un padre. E che oggi invece si ritrova a fare i conti con il figliol prodigo ribelle. Contava di venderlo già la scorsa estate, ma 30 milioni era troppi per quanto dimostrato da Baldé Diao. Di tutta risposta il senegalese ha saltato le prime due gare di campionato per colpa di un presunto infortunio a cui nessuno in società ha creduto. E’ servita tutta la diplomazia di Inzaghi per ricucire lo strappo, che però ora rischia di scucirsi di nuovo con tutto lo spogliatoio.
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