Tour de France. Capolavoro Mollema! Il veterano roccioso della Trek Segafredo, olandese di 34 anni e tante battaglie sul groppone, inventa una fuga a 42 km dal traguardo e non lo raggiungono più.
Con una pedalata grintosa e regolare mantiene il vantaggio di un minuto sul quartetto dei più immediati inseguitori ( Cattaneo, Wood, Konrad,Huiguita ). E taglia il traguardo in solitaria, le braccia al cielo, esultante come un ragazzino.
Una felicità attesa quattro anni. Meritata. Una tappa alla garibaldina: incredibile la media di 43 km con 5 GPM e numerosi saliscendi.
Mollema rifila un minuto al quartetto che lo braccava e sette al gruppo della maglia gialla. Un gruppo che si è risparmiato in vista dei Pirenei ( da domani ).
Ma la vera sorpresa di giornata è stato il parigino Guillaume Martin che, lasciato andare perché nono in classifica generale, ne ha subito approfittato, scalando ben sette posizioni. Ora è secondo alle spalle di Pogacar a 4’04”. Terzo Uran a 5’18”.
Primo degli italiani è Mattia Cattaneo entrato nei primi dieci. Ora è proprio decimo a 9’48” dallo sloveno. Curiosità: Martin è noto negli ambienti sportivi per il suo Master in filosofia e perché scrive sul prestigioso quotidiano Le Monde. Il suo filosofo di riferimento è Nietzsche di cui ha adottato il famoso aforisma. Eccolo : “ Da quando ho imparato a camminare, mi piace correre “.
Il Tour chiude la sua seconda settimana
Due tappe fondamentali in chiave classifica generale. Gli squilli della Carcassonne-Quillan di 183,7 chilometri sono indicativi. Dopo i primi 47 km di gara in costante ascesa c’è stato il primo GPM di giornata, il terza categoria del Col du Bac ( 3,1 km al 5,3% ), seguito dal traguardo volante di Lavelanet al chilometro 76,7.
Quindi due altri GPM di seconda40 categoria: l’impennata verso il Col du Montsegur ( 4,2 km all’8,7% ) e quella al Col d la Croix des Morts ( 6,8 km al 5,7% ). Poi,dopo una brusca discesa, c’è stata la ripida salita al quarto GPM : il terza categoria della Cote de Galinagues ( 2,2 km al 9% ).
Poi un lungo saliscendi ha portato al quinto GPM, ovvero il Col de Saint-Louis ( seconda categoria, (4,7 km al 7,4% ). A 57 km dal traguardo l’olandese Wout Poels ha cercato di soffiare la maglia a pois al canadese Michael Woods che è riuscito però a mantenerla. E poi rinforzarla. Ora secondo è Quintana, terzo Poels. Poi la lunga discesa ( Mollema all’attacco dai meno 40 km )e il finale pianeggiante.
Al Tour tiene banco ancora Cavendish
Ha comunque tenuto banco il record e la storia a lieto fine di Mark Cavendish che a 36 anni – mentre tutto il Circo del ciclismo lo riteneva irrimediabilmente al capolinea anche a causa di un “buco nero “ che lo aveva emarginato – ha vinto la sua 34esima tappa al Tour eguagliando un certo Eddy Merckx .
E il pensiero di tutti gli addetti ai lavori è andato a quella vecchia volpe di Patrick Lefevere, il leggendario direttore generale della squadra belga Deceunink-Quick Step, che lo ha raccolto da un triennio senza vittorie lui che in carriera ne ha collezionato 155 tra cui il Mondiale 2011 ), gli ha dato fiducia e serenità, gli ha costruito un”treno” formidabile per le volate, e Mark è rinato. Ora i suoi sprint sono irresistibili.
Dice il buon samaritano belga: ”Nove mesi fa Cavendish non era più un corridore. Sono andato a cercarlo nel suo rifugio in Toscana, l’ho convinto a rimetterersi in gioco. Dopo quello che ha vissuto, non deve vincere, ma può vincere. C’è una bella differenza. È lo stesso corridore ma meno stressato. Ha battuto il record di Mercks? Ne batterà ancora altri”.