Toro-Miranchuk, è fatta: il russo già in città, oggi le visite mediche

Esisteva già un’intesa di massima fra i granata e il giocatore: mancava il via libera dell’Atalanta che alla fine è arrivato. La formula: prestito con diritto di riscatto a 11 milioni

Adesso non ci sono più dubbi: Aleksej Miranchuk è un nuovo calciatore del Torino. Lo è stato virtualmente sin dal pomeriggio del 31 luglio, lo è diventato realmente ieri poco dopo le 16. Il definitivo via libera del tecnico dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, lo ha catapultato a bordo di un’automobile arrivata ieri pomeriggio a Torino. È stato l’ultimo segnale, quello che ha autorizzato ad aprire le danze. Sulla trequarti, in ventiquattro ore, il Toro si è scatenato, piazzando un uno-due di spessore a due giorni dal debutto in campionato a Monza: la società aveva prima costruito le basi per regalare a Juric il croato Vlasic, a ruota gli ha consegnato anche il russo Miranchuk. Due innesti dal pedigree internazionale: garantiranno in attacco qualità, potenza e colpi. Senza affatto dimenticare che si inseriscono in un reparto nel quale ha già iniziato a brillare la stella del talentuoso serbo Radonjic, altro nuovo acquisto perfezionato dal direttore tecnico, Davide Vagnati. E l’impressione è che le sorprese di mercato non siano ancora finite.

IL MANCINO

—  

È un puzzle, dunque, che va completandosi quello del Toro. Per restare al discorso sulla nuova trequarti, Juric da ventiquattrore aveva tra le mani la coppia sul centrosinistra Radonjic-Vlasic, destinata in stagione a diventare protagonista di una interessante staffetta. Entrambi di piede destro, fantasiosi e rapidi e con la propensione a partire larghi da sinistra per puntare al cuore delle difese e liberare il tiro di destro. Quello che mancava era un uomo di fantasia mancino. Colui che fosse capace di fare il lavoro al contrario: scattare dal centrodestra per accentrarsi e far esplodere il sinistro. Da ieri la casella è stata riempita con Miranchuk. Che a Torino porta con sé una qualità che arricchisce la rosa: la potente conclusione dalla distanza.

CHE COSA MANCAVA

—  

Miranchuk e il Toro erano promessi sposi dal 31 luglio. Quella domenica il Torino, l’Atalanta e il calciatore (rappresentato in Italia dai fratelli Gabriele e Valerio Giuffrida) avevano raggiunto tutte le intese: trasferimento in prestito secco con un diritto di riscatto a undici milioni. Per il russo la prospettiva di ulteriori tre anni di contratto se, in primavera, il Toro deciderà di acquistarlo a titolo definitivo: da allora ad oggi l’accordo non è cambiato. È stato necessario attendere dieci giorni per vedere Miranchuk a Torino perché Gasperini all’epoca aspettava l’acquisto di Lookman. Arrivato l’anglo-nigeriano, anche il tecnico ha dato il suo via libera.

LA GIORNATA

—  

Da giorni si raccoglievano diversi indizi sul fatto che la trattativa fosse sul punto di sbloccarsi da un momento all’altro. Durante la trattativa, da tutte le parti coinvolte, si è sempre registrato un certo ottimismo. Già martedì pomeriggio appariva imminente l’arrivo dall’Atalanta dell’ultimo ok. Quello che il Toro ha ricevuto ieri verso le 16.20, quando Miranchuk è salito a bordo di un’automobile che da Bergamo lo ha accompagnato a Torino. In mattinata il russo inizierà le visite mediche, poi sarà il tempo dei comunicati: potranno esserci entro sera, accompagnati dalle prime parole da granata. In serata Juric lo attende per il primo allenamento all’Olimpico.

LE PAROLE DI CAIRO

—  

Alla luce degli arrivi di Vlasic, Miranchuk e del centrocampista Ilkhan, tornano alla memoria le parole del presidente del Torino, Urbano Cairo, rese ai cronisti a Quattordio appena sette giorni fa, commentando le strategie di mercato del club. Quel giorno, nel pieno del Trofeo Mamma e Papà Cairo, il presidente granata fissò le priorità della campagna acquisti granata: «Mancano un centrale difensivo, un centrocampista, e come minimo un trequartista ma forse anche due…», disse. In appena sette giorni, tre di questi quattro obiettivi sono stati soddisfatti. Uno scatto poderoso quello del Toro che permette adesso a Vagnati di concentrarsi sul prossimo obiettivo: il difensore. Le sorprese non sono ancora finite.

Precedente Rocchi: "Più Var e fuorigioco, basta show in panchina e severità sui rigori" Successivo Gli Autogol: "Mazzarri il più difficile da imitare, Conte una miniera d'oro. E quanto ci manca il Papu"