Dopo tre sconfitte consecutive, è imperativo vincere nell’ultima prima della sosta contro il Genoa, stasera al Grande Torinotwitta
TORINO – Fra tutti i motivi elencati ieri da Mihajlovic per cui stasera il Toro contro il Genoa deve rialzare la testa – ritrovare il gioco, il tremendismo, la concentrazione, il morale della squadra, l’entusiasmo dei tifosi e una classifica tale da poter inseguire l’Europa anche nell’anno che verrà – mai come questa volta emerge con nettezza la priorità assoluta del risultato. Anzi, forse è addirittura la prima volta in assoluto, in questa stagione di svolta tattica e mentale. Finora, vincere è sempre stato il corollario del postulato mihajloviciano (giocare da Toro, il resto è probabile conseguenza), a questo giro no: i tre punti non sono un optional, non possono più esserlo. Perché al netto di due avversari più forti (Juve e Napoli, dopo la Samp) – un’attenuante, non una giustificazione, a meno di non voler rinculare verso il basso profilo – le tre sconfitte di fila hanno lasciato il segno. Su tutti i fronti. Le schermaglie dialettiche di questi giorni, in pubblico e dietro le quinte, sono sintomatiche di un nervosismo latente, di una serenità in stand-by. La sensazione è che stasera Mihajlovic, e non solo lui, si farebbe bastare anche un successo tipo quelli con Crotone e Chievo: brutto sporco e cattivo. Perché va bene i buoni propositi, ma per smuovere Babbo Natale bisogna mettere sotto l’albero pure le buone azioni. E quelle nel calcio si misurano in punti.
