Torino, Verdi è un nuovo acquisto

TORINO – È ancora molto raro vederlo col sorriso stampato sul volto. Persino mercoledì, al fischio finale della gara contro il Lecce (dopo essere stato l’uomo partita), ai microfoni di Rai Sport si è presentato un po’ corrucciato. Stanco, sì, ma sicuramente pensieroso. Perché Simone Verdi non è ancora la quintessenza della serenità. Basta vederlo all’opera sul terreno di gioco: gli serve sempre un centesimo per arrivare all’euro. Si danna l’anima, si impegna al massimo, cerca di essere d’aiuto per il suo Toro anche con sgroppate che finiscono per ridurre la lucidità palla al piede, ma spesso finisce per incartarsi proprio sul più bello. Cagliari e Sassuolo (perché gli spezzoni contro Fiorentina e Atalanta fanno oggettivamente poco testo) rappresentano gli esempi più calzanti di questa tendenza. Quando Simone mette piede in campo nel secondo tempo della partita coi sardi, i granata si accendono. Perché è lui il primo a mettere qualità al servizio dei compagni. Ma quando è chiamato a giocarsi il match point, gli viene improvvisamente il braccino: quel rigore in movimento, in pieno recupero con Cragno praticamente battuto, grida ancora vendetta.

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Stesso film visto a Reggio Emilia: si fa trovare sempre al posto giusto al momento giusto, si muove con tempi perfetti, ma quando si presenta davanti a Consigli diventa improvvisamente molle. Gli manca il killer instinct, sì. Ma è un problema che ha accompagnato tutta la sua carriera: ora ha 28 anni, ma a tutti rimane la sensazione che potesse dare molto di più in relazione alle doti di cui dispone. Ha dovuto compiere un giro lunghissimo prima di prendersi la ribalta a Bologna: prima le giovanili del Milan, poi Juve Stabia, Empoli, Toro, Carpi ed Eibar. Il decollo verso Napoli ha confermato la tendenza dell’intero percorso di carriera: fa bene, dimostra qualità importanti anche in Champions League, ma non riesce mai davvero a diventare indispensabile per Carlo Ancelotti. Così, il passaggio al Toro. In una squadra che in Verdi ripone una fiducia totale: Cairo spende quasi 22 milioni, perfeziona l’acquisto più caro della sua gestione e lo consegna a Walter Mazzarri. Certamente troppo tardi: WM lo ha iniziato ad allenare nei primi giorni di settembre e così l’inserimento è diventato maledettamente macchinoso. […]

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