Torino, tutti a rapporto da Cairo: vertice in programma, tutti i dettagli

TORINO – Urbano Cairo è furibondo e ha manifestato tutta la rabbia prima a chi gli sta vicino e poi pubblicamente: la sconfitta di Bologna e il modo in cui è arrivata non gli sono andati giù. Pensava di vincere, ha detto, altro che tornare a casa con un altro evitabile scivolone. Anche lui, come del resto tutti i tifosi, sperava che la trasferta in Emilia spingesse finalmente il Toro in alto. Del resto, le dichiarazioni delle vigilia di Juric lo avevano rasserenato. “Ho ritrovato il mio Toro, adesso ce la possiamo giocare con tutti”, aveva detto. Ma subito dopo sono accadute cose strane: Milinkovic-Savic è stato relegato in panchina ufficialmente per scelta tecnica (però si vocifera di una certa tensione tra l’allenatore e il portiere serbo), Gemello ha commesso una papera incredibile e, dopo essere passati in svantaggio, i granata non hanno reagito come era lecito aspettarsi. Durissime, in tal senso, le parole pronunciate ieri da Cairo: “Abbiamo dominato per 55 minuti, poi purtroppo abbiamo preso un gol che non si può vedere in Serie A e ci siamo sciolti, siamo completamente calati. Sono cose che vanno curate, io pensavo di vincere…”. Anche i cambi di Juric hanno indispettito il presidente: ma perché togliere Zapata quando si doveva recuperare? E poi ancora: Lazaro che ha? Perché non va avanti? E perché, quando è entrato Vojvoda, è uscito Tameze e non l’austriaco? Il presidente si è reso conto che gli acquisti voluti fortemente da Juric non stanno portando quanto si sperava. Pensa ai soldi spesi per Ilic, per Vlasic e per Lazaro, che per l’allenatore era indispensabile (a proposito di esterni: visto quello che sta facendo Singo a Monaco?). Tutti giocatori che l’allenatore ha chiesto con grande insistenza e che non stanno dando il contributo auspicato.

Dopo la pessima partenza Cairo ha bloccato i prolungamenti di contratto per capire chi merita di continuare l’avventura granata ma, soprattutto, chi può dare qualcosa di importante. E il discorso, ovviamente, riguarda anche Juric, il cui contratto scadrà a giugno. Dal tecnico, inutile nasconderlo, si aspettava molto di più, considerando che è alla terza stagione sulla panchina del Toro. E dall’allenatore fa ha ricevuto, in modi a volte sereni, altre bruschi, inviti ad agire sul mercato e a migliorare le strutture. Cosa che ha fatto e sta facendo. Ecco perché si aspettava molto di più da parte di tutti.

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Il vertice in programma e le domande di Cairo

Detto questo, il presidente vuole capire quello che sta succedendo all’interno del Filadelfia. Prima della sfida contro l’Atalanta Cairo ha intenzione di avere un confronto con Vagnati, Moretti, Juric e Paro per valutare alcune dinamiche che non riesce a comprendere o che magari non gli sono state dette nella loro completezza: partirà dalla decisione di escludere Vanja per arrivare ad altro. Radonjic (il capocannoniere della squadra con tre gol) continuerà a restare ai margini del progetto? Non c’è modo per recuperarlo? Come vanno i rapporti con i serbi, visto che oltre a Rado anche Ilic ha avuto problemi con il tecnico e di Vanja abbiamo “scoperto” che nell’ultimo periodo non si è allenato bene? E poi ancora chiederà lumi su come stanno lavorando il preparatore atletico Paolo Barbero e quello dei portieri Massimo Cataldi. La squadra, infatti, spesso appare in difficoltà fisica e subisce passiva la freschezza fisica degli avversari. Tanti bassi e pochi alti. I portieri, poi, con l’arrivo del nuovo preparatore, grande amico di Juric (anche in questo il tecnico è stato accontentato a discapito di Di Sarno che era al Toro da una vita), non sono migliorati. Insomma, sono tante le situazioni che il presidente granata vuole capire prima di prendere decisioni importanti sul futuro a partire dai contratti in scadenza che, tra le altre cose, non sono dettagli. Il monte ingaggi dei granata, infatti, è da Europa League e non certo da 12°-13° posto. È arrivato il momento che ciascuno si assuma finalmente le proprie responsabilità.

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