Torino, Gravillon e il futuro: l’obbligo sta per evaporare

TORINO – Sono trascorse tre settimane dall’ultima volta che si è visto in campo Gravillon, da quella partita vinta per 1-0 sul campo della Lazio in cui il numero 5 è entrato nel finale, giocando nell’inedito ruolo di esterno di fascia e in cui ha rischiato l’espulsione per doppia ammonizione dopo un fallo su Zaccagni. Poi è rimasto in panchina contro Atalanta, Sampdoria e Monza. Alla vigilia della gara contro il Verona tra i più interessati a scoprire se scenderà o no in campo ci sono però i dirigenti del Reims, squadra proprietaria del cartellino del difensore. Il motivo di questo interesse va cercato nel contratto siglato a gennaio con il Torino: la società granata ha preso il difensore in prestito con diritto, ma esiste anche un’opzione per l’obbligo di riscatto, a 3,8 milioni, che si attiverà nel caso in cui Gravillon giochi per almeno 45 minuti in otto partite di campionato.

Gravillon, le condizioni per il riscatto

Un traguardo che finora ha raggiunto solamente quattro volte (quando ha giocato titolare contro Lecce, Napoli, Sassuolo e Roma), poi Juric gli concesso qualche spezzone che non conta ai fini della clausola per il riscatto. A questo punto è facile fare il calcolo: per far sì che il Torino sia obbligato ad acquistare il calciatore, Gravillon dovrebbe giocare almeno un tempo in altre quattro gare. Tutte quelle che mancano alla fine del campionato. Se contro il Verona non giocherà o entrerà in campo solamente a ripresa inoltrata, il Reims dovrà quindi scordarsi quei 3,8 milioni. Una panchina al Bentegodi non precluderebbe però del tutto la permanenza in granata del centrale: Vagnati, forte del diritto di riscatto che comunque resterebbe in vigore, è infatti pronto a ridiscutere i termini dell’accordo col Reims sperando di riuscire a trovare un’intesa a una cifra inferiore, facendo leva anche sulla volontà dello stesso calciatore di lasciare il club francese.

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Toro, le parole di Juric su Gravillon

Gravillon sa che al Torino, il prossimo anno, potrebbe avere maggiore spazio: Djidji, che nei fatti è il titolare come terzo di destra in difesa, ha il contratto in scadenza e il rinnovo al momento è lontano, anche se Juric proverà a convincerlo a rimanere. «L’ho sempre detto, è fortissimo, è uno dei giocatori più sottovalutati fra tutti. Anche la società la pensa come me, poi Koffi farà le sue valutazioni», spiegava proprio il tecnico dopo la partita contro il Monza. Il rinnovo dipenderà però anche dalle eventuali altre proposte che Djidji riceverà nelle prossime settimane. A proposito di difensori e di contratti, quello di Rodriguez scadrà nel 2024 ma difficilmente verrà prolungato, anche perché lo svizzero guadagna 1,5 milioni a stagione: Cairo e Vagnati sono quindi pronto a valutare eventuali offerte in estate.

Toro, le situazioni di Buongiorno, Zima e Schuurs

I dirigenti granata lavorano anche per il rinnovo di Buongiorno, che ha attirato l’attenzione di alcuni club inglesi, ma che sarà uno dei perni della prossima stagione. Dovrebbe restare anche Zima, che si è ormai ristabilito dall’infortunio al ginocchio e punta alla convocazione per la gara contro la Fiorentina (se non già per il Verona). E poi c’è il caso Schuurs: il Torino vorrebbe tenerlo ma dipenderà dalle eventuali offerte che potrebbero arrivare in estate. A proposito del centrale olandese, questo pomeriggio Juric svelerà se potrà essere o no della partita contro il Verona (anche ieri ha svolto un lavoro differenziato).

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