Torino, Giampaolo: “Teniamo in alto la bandiera, il resto non conta”

TORINO - Il futuro di Marco Giampaolo è in bilico : il tecnico del Torino si gioca una grossa fetta di permanenza in panchin domani contro il Bologna. Queste le sue partite in conferenza stampa: "La sconfitta è una cosa che capita, a noi è successo spesso, ma se perdi a testa alta e lasciandoci il sangue, questo ti viene riconosciuto. C’è una bandiera da portare in alto, tutto il resto non conta. Devo essere disposto a tutto per questo. Servono qualità morali oltre che quelle professionali". La sfida all'ex Mihajlovic si preannuncia tosta: "Contro il Bologna ci aspetta una partita molto, molto importante. Ai ragazzi ho detto che dovranno scendere in campo con coraggio e determinazione. Non è concepibile farsi venire il braccino. Qui si vede la consistenza umana del gruppo. É bello poter prendere parte anche a partite di questo calibro e prendersi responsabilità, accresce i valori dell’uomo più che del calciatore. Se giochi con il braccino, ne esci sconfitto come uomo“.

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Formazione? Valuterò domani facendo una tara delle assenze". Il turno infrasettimanale costringe a giocare con poco recupero: "Sapevamo di avere poco tempo, ma questo non cambia nulla. Siamo pronti a giocare dopo 48 ore, dobbiamo esserlo. Tutto il resto non conta niente". Giampaolo torna poi a parlare sui cambi di Roma: "Non penso nulla. Le prestazioni e il calcio evolvono continuamente. Non c’è nulla di definitivo. Ho già detto che avrei dato spazio a tutti perché bisogna chiamare a raccolta le risorse di tutti i calciatori. Già nelle prime due partite ho schierato quasi tutti". La parola d'ordine sarà solo ripartire: "Non abbiamo mai subito in maniera totale un avversario, anche nei vari momenti dei singoli match. Non abbiamo mai dimostrato di essere allo sbando. Abbiamo pagato a caro prezzo le disattenzioni di tizio, caio e sempronio, che probabilmente sono io“.

"Sirigu? Il suo nome fa più rumore di altri"

Giampaolo prosegue: "Le scorie non vengono eliminate da una sola partita. Non si resetta nulla in un giorno. Noi mangiamo ‘cioccolato’ da quattro mesi a questa parte in una full immersion assurda. Continuiamo però a soffrire". Il discorso si sposta inevitabilmente su Sirigu: "Non schierarlo è stata una mia scelta. Il giorno dopo la decisione, puoi rispondere in maniera arrendevole, polemica, ‘rompicoglioni’ o professionale. Lui il giorno dopo la partita si è impegnato, ha lavorato, zitto, e queste sono le risposte che i miei mi devono dare. É stato un professionista. Poi sicuramente soffre, ma il giorno dopo il giocatore è in prima linea per mettere in difficoltà l’allenatore nelle scelte. Salvatore si è allenato bene: domani può rientrare come può tornare nella partita successiva. Non discuto il suo valore, è un portiere forte. Il suo nome fa più rumore, ma è un giocatore come gli altri: il Toro è al di sopra di Sirigu, Giampaolo, Belotti e compagnia bella“.

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