Torino, Gazzi e la passione per la scrittura: "Vinco le paure e trovo equilibrio"

Torino – Alessandro Gazzi non vuole essere necessariamente diverso. Da quando ha appeso le scarpe al chiodo, ha approfondito la passione per la scrittura. La sua è stata una vita da mediano, con 220 presenze in Serie A divise fra Reggina, Bari, Siena, Torino e Palermo. Adesso ne ha intrapresa una nuova, iniziata nelle vesti di collaboratore di Moreno Longo all’Alessandria nella passata stagione. Ora è al Toro, come vice di Aniello Parisi nell’Under 17. Di suo pugno, nel 2022, ha raccontato la propria storia, in un libro intitolato “Un lavoro da mediano. Ansia, sudore e Serie A”, edito da 66thand2nd. Lo ha fatto senza ghost-writer. Lo ha fatto perché ama la scrittura, mezzo per esprimere le proprie emozioni. Gazzi cura anche un blog, nel quale parla di calcio, libri, film e sensazioni. Un diario apprezzato, che non ricerca il consenso. Non è un esercizio di bellezza, ma di verità, di amore per ciò che circonda Alessandro. Il binomio pallone-penna ormai lo contraddistingue: «La mia parentesi da calciatore è finita, ora ho intrapreso un nuovo percorso, che ancora non ho idea di dove possa condurmi. La scrittura, invece, è un passatempo: mi piace, mi aiuta a comunicare. Sono sempre stato silenzioso, sempre perfettamente nei binari. Dal 2015 ho iniziato a raccontare le mie emozioni, descrivendo alcuni aspetti del calcio. Scrivere è diventato un modo per esprimere la mia parte creativa».  

Gazzi e l’attività letteraria

Parlare di calcio è una cosa, descrivere le sensazioni che si provano nel mondo del calcio è molto diverso. E i giocatori di oggi hanno sempre più timore a spingersi oltre il recinto della retorica vuota. Il motivo lo racconta Gazzi: «Parlare apertamente non è mai semplice. Considerando che nel calcio ci sono sempre grandi pressioni, è dura riuscire ad aprirsi agli altri. Lo sport ti impone dei limiti. Ho imparato a raccontarmi inizialmente sul mio sito: per me era una valvola di sfogo all’inizio, uno spazio privato che ho scelto consapevolmente di rendere pubblico. Eppure da ragazzino non ero così entusiasta di leggere e scrivere: ho iniziato ad appassionarmi ai racconti di fantascienza a 16 anni. Poi, nel tempo, ho scoperto di avere la passione della scrittura: la sento come un’esigenza, un modo per trovare un perfetto equilibrio interiore».  
Sulle pagine che hanno cambiato la vita di Gazzi, l’ex centrocampista non ha dubbi: «“Il maledetto United” e “Open”, l’autobiografia di Agassi: sono testi che mi hanno fatto riflettere su tanti aspetti dello sport e della vita da professionista». Ansia e paura sono tematiche al centro delle riflessioni di Alessandro, che svela: «Nello sport, come nella vita, la paura è umana: bisogna imparare a conviverci. Nella mia autobiografia ho affrontato questo discorso: il calcio è fatto di momenti, bisogna accettare quelli negativi come fossero normali dinamiche di lavoro. Questa è probabilmente la chiave per una carriera quanto più possibile felice. O meno infelice possibile». Nel calcio i social hanno assunto un ruolo predominante. Gazzi li inquadra senza integralismi: «Non sono per forza un male. Si può comunicare anche con immagini, ognuno trova il proprio modo per raccontarsi. Penso a Romano Perticone (capitano del Cittadella, n.d.r.), che su Twitter ha sdoganato il pregiudizio del calciatore “vuoto” attraverso l’ironia. I social possono aiutare a sdrammatizzare, per esempio. Ma non è mai facile riuscire a parlare di se stessi liberamente». Gazzi ci prova con lo spirito di un amatore: «Spero che il mio sito sia gradevole, ho ricevuto tanti feedback che naturalmente mi hanno fatto piacere. Vorrei semplicemente continuare a migliorare la mia scrittura: sono attratto dalla struttura delle frasi, dall’idea di dare una forma ai pensieri». Anche quelli di domani, non solo quelli di ieri. Il futuro professionale è ancora incerto, quello accademico è a un passo da un importante traguardo: la laurea in scienze motorie – con la tesi da discutere in estate – è alle porte. Un’altra grande conquista di Gazzi, uguale soltanto a se stesso.

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