Torino, ecco Hart: numeri e curiosità sulla arrivo del portiere in granata

Una trattativa insolita, unica e con un epilogo altrettanto sorprendente. Ad inizio mercato chi l’avrebbe mai detto che Joe Hart sarebbe diventato a breve il nuovo numero uno granata? Nessuno, o quasi. Fifa o Football Manager? Macché, tutto vero: fantasia ed illusione che presto lasciano spazio alla realtà. Nessun film di marca hollywoodiana.

L’ormai ex City, messo ai margini da Guardiola perché “Non adatto ad impostare l’azione coi piedi”, di affrontare la squadra che l’ha reso grande proprio non ne voleva sapere. Troppi ricordi coi ‘Citizens’: 348 presenze, con la vittoria di due Premier League, due Coppe di Lega, una FA Cup ed un Community Shield. Nostalgia canaglia. Meglio cercare fortuna all’estero lontano dal passato, diventando così il quinto inglese nei 110 anni di storia del Torino: prima di lui, in ordine cronologico, il centrocampista Tony Marchi (1958/59), gli attaccanti Joe Baker (1961/62) e Gerry Hitchens (1962/65) ed il difensore Anthony ‘Tony’ Dorigo (1997/98), colui che sbagliò a Reggio Emilia il rigore valido per la promozione in Serie A nello spareggio col Perugia.

Hart, inoltre, sarà il terzo portiere inglese della storia Serie A, dopo il genoano Spensley e il milanista Hood alla fine del 1800. Singolare appunto, la trattativa che porterà Hart in Italia: pensate che il Torino pagherà un milione d’ingaggio all’inglese; mentre il Manchester City, club col quale ha un contratto fino al 2019, continuerà a pagare praticamente gli altri tre quarti dello stipendio previsto proprio dal contratto. Operazione di mercato a dir poco inconsueta, anche in questi dettagli. Ma dopotutto, come in ogni cosa, ciò che conta davvero è l’epilogo, col Torino pronto ormai ad abbracciare il suo nuovo numero uno,  in arrivo direttamente da quella terra di marziani chiamata Manchester City.

Alberto Trovamala

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