I granata spingono per tutto il match e vengono premiati dall’invenzione del serbo nel recupero. Al Toro manca anche un rigore
3 settembre – torino
Si racconta spesso che il Toro sia fatto per soffrire. E puntualmente il teorema trova le sue conferme. Stavolta, il lampo di genio scatta al quarto dei sei minuti di recupero, quasi all’ultimo respiro di una gara dominata sul piano del gioco ma nella quale i granata non erano riusciti a sfondare. Al 94’ Radonjic punta da sinistra Hefti, se lo beve letteralmente sulla velocità e scatena un bolide a giro che finisce dritto all’incrocio. È il lampo dell’artista che fa esplodere lo stadio Olimpico Grande Torino. Juric si porta a casa la prima vittoria in campionato (1-0), nella domenica in cui c’è stato l’esordio di Zapata (complessivamente positivo). Il gioco c’è stato, il palleggio pure, è spesso mancato quel qualcosa che permettesse di sfondare l’ottima strategia difensiva costruita dal Genoa. Gilardino se l’è venuta a giocare esclusivamente per arginare il Toro e portare a casa qualcosa. Ed era quasi riuscito a centrare l’obiettivo prima che Radonjic si prendesse la scena. Ai granata manca un calcio di rigore: la ginocchiata di Martinez sulla nuca di Zapata nel primo tempo era da sanzionare. Uno-due di errori arbitrali ai danni del Toro: questa svista segue l’inesistente rigore assegnato al Milan (mani di Buongiorno) nel turno precedente.
tutti per duvan
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Non vedevano l’ora di vederlo, in carne ed ossa. Con quella maglia numero 91, tutta granata. E quando Duvan Zapata emerge dallo spogliatoio per il riscaldamento, il termometro dello stadio Olimpico Grande Torino comincia subito a scaldarsi. Il resto sono cori e, quando la partita comincia, ogni qual volta che Zapata ha la palla nella sua zona si percepisce la sensazione che possa accadere qualcosa di interessante. Juric lo ha abbracciato al Filadelfia venerdì pomeriggio e, come annunciato, gli costruisce subito il Toro intorno. È un Toro leggermente diverso dal solito: Radonjic e Ilic finiscono in panchina, si schiera con un 3-5-2 mascherato da 3-4-1-2 nel quale tocca a Samuele Ricci sdoppiarsi, un po’ centrocampista ma tanto trequartista alle spalle della coppia Vlasic-Zapata. E, naturalmente, lo stadio è tutto per Duvan.
manca un rigore
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Il primo tempo è un esercizio continuo di palleggio di qualità da parte del Toro. All’intervallo la squadra di Juric chiuderà con possesso del 68%. È spesso un possesso costruttivo, che punta a trovare gli spazi non solo sulle fasce ma anche e soprattutto centralmente grazie alla prepotenza atletica di Zapata. A metà partita non basta però per sbloccare l’equilibrio. Il possesso era già entrato da un anno nel modo di pensare del Toro di Juric, il resto potrà rappresentarne un’evoluzione in chiave futura. Il Genoa fa la sua partita, presumibilmente come l’aveva preparata Gilardino, chiudendosi tanto e provando a contenere l’assalto di un Toro caricato dall’innesto di Zapata e voglioso di riscatto dopo la sconfitta di Milano. In questo primo tempo, ecco un errore arbitrale molto grave: al 27’ Zapata prende posizione, da fermo, davanti all’area piccola del Genoa. Alle sue spalle arriva d’improvviso il portiere Martinez che lo travolge con una pericolosissima ginocchiata all’altezza della nuca. Episodio da rigore netto, Chiffi in campo assegna addirittura la punizione a favore del Genoa con La Penna al Var silente.
vlasic k.o.
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In avvio di ripresa Gilardino toglie Strootman per Thorsby e Malinovskyi per Kutlu. La mossa di Juric è l’inversione di ruoli tra Ricci (ora solo in regia) e Tameze (sulla trequarti). Al 19’ Vlasic si infortuna (problema muscolare), sostituito da Radonjic. Juric richiama in panchina anche Tameze per Seck e finisce la partita di Zapata, dentro Pellegri. Per Zapata è stata una buona prima: solido e pimpante nei primi quaranta minuti, poi è calato sul piano della condizione. La sosta gli permetterà di migliorare la tenuta atletica. Nell’ultimo quarto d’ora c’è la chiamata per Ilic (fuori Linetty) e poi Lazaro per Bellanova fermato dai crampi. Poco prima del novantesimo è Pellegri ad andare vicinissimo al gol-liberatorio, ma il suo colpo di testa finisce di un soffio a lato. Poi arrivano i sei minuti di recupero, e al quarto Radonjic cambia la storia.
3 settembre 2023 (modifica il 3 settembre 2023 | 22:25)
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