Gli obiettivi del mercato
Il primo obiettivo, come ormai è noto, è il difensore centrale mancino che Mourinho chiede da un paio d’anni: non è un mistero che il prescelto sia Evan N’Dicka, classe ‘99 che si libera dall’Eintracht Francoforte. La Roma ha incontrato tre volte i manager e, dopo le comprensibili cautele dei primi sondaggi, è ora convinta di poter andare a dama, perché la concorrenza qualificata (Barcellona in testa) non ha presentato le offerte che l’entourage di N’Dicka auspicava. La partita non è ancora definita ma può sbloccarsi da un momento all’altro: pronto un contratto di cinque anni da 2 milioni netti, compresi i bonus facili, oltre il doppio rispetto allo stipendio che il giocatore percepiva in Germania.
La strategia dei Friedkin
La ricerca di giocatori che non comportino investimenti sul cartellino, anche giovani, è diventata abituale per i Friedkin, obbligati a rispettare il patteggiamento con l’Uefa sul fair play finanziario e di conseguenza a vendere alcuni elementi dell’organico per generare plusvalenze e quindi riequilibrare i conti. Dopo la cessione di Zaniolo al Galatasaray, possono finire sul mercato Abraham e Ibañez più alcuni giovani che Mourinho ha valorizzato. Non Bove e non Zalewski. Probabilmente Volpato, che ultimamente ha perso terreno nelle gerarchie.
Gli introiti dell’Europa League
A sostenere il bilancio può arrivare in soccorso proprio l’Europa League. Anche per ragioni economiche è fondamentale per la Roma raggiungere la finale di Budapest, che da sola frutterebbe circa 5 milioni di premio tra bonus Uefa e market pool. Ma soprattutto trascinerebbe il club a una vittoria di distanza dalla Champions, alla quale accederà come testa di serie la vincitrice del torneo. Parliamo di una torta da 50 milioni che può cambiare il futuro della squadra. A prescindere da chi sarà l’allenatore dal primo luglio in poi.
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