Thuram, raccomandato a chi? Ecco l’obiettivo Inter, tutto basket, supereroi, e… feeling con il gol

Il club nerazzurro ha messo nel mirino il figlio d’arte per il reparto offensivo orfano di Lukaku. Tutto quello che c’è da sapere su di lui

Di padre in figlio, ma con doti diametralmente opposte. Da Lilian, ex campione del mondo ancora nel cuore dei tifosi bianconeri, a Marcus, figlio d’arte entrato prepotentemente in orbita nerazzurra. Ma se il primo era uno specialista nell’evitare gol, il secondo si dedica invece a realizzarli, compito che svolge anche piuttosto bene a giudicare dai numeri collezionati fino a oggi nella sua giovane carriera. Evidentemente, a unire i due Thuram è il Dna calcistico, quello proprio dei predestinati. Un Dna che non è sfuggito agli osservatori dell’Inter, che adesso ci fa più di un pensierino per sostituire il vuoto lasciato in attacco da Lukaku. La carriera di Marcus, nato a Parma quando il papà giocava per gli emiliani e rimasto in Italia fino ai 9 anni prima del trasferimento in Spagna, è iniziata proprio in difesa, ma ci mise poco a scoprire che il suo posto ideale era davanti alla porta. Perché il fiuto per il gol e la naturale propensione ad attaccare non potevano essere ignorati.

Carattere e personalità

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“C’era chi mi dava del raccomandato per via del mio cognome, ma i gol non arrivano per grazia ricevuta, sono farina del mio sacco”. Marcus mise subito le cose in chiaro dopo i primi gol nel Socahux e nel Guingamp, i due club i cui è cresciuto ed esploso prima del salto in Bundesliga. È lì che il giovane figlio d’arte ha iniziato a spiccare il volo poco più che ventenne, perché le prime due stagioni con la maglia del Borussia Moenchengladbach ne hanno esaltato il feeling con il gol. In Germania è andato per la prima volta in doppia cifra, ha realizzato i primi gol pesanti (compresa la doppietta con cui lo scorso ottobre ha fatto tremare il Real Madrid in Champions) e si è conquistato un posto nel poderoso e affollato attacco dei Bleus guidati da Deschamps. Niente male per un ragazzo che ha compiuto 24 anni solo da pochi giorni ed è già una delle punte di diamante della scuderia di Mino Raiola, uno abituato a scovare gioielli da piazzare nei principali top club europei. Di lui, potente e rapido attaccante esterno di 192 centimetri abituato ad agire sul fronte sinistro dell’attacco, si sa quasi tutto, soprattutto a livello tecnico. Pochi invece conoscono il Marcus più intimo, impegnato e mosso da molteplici passioni.

Risate e passioni

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Chi ha condiviso con lui lo spogliatoio assicura che è un ragazzo estroverso, sempre allegro e pronto alla battuta, di quelli che (come si suol dire) fanno gruppo. Ma Marcus, che ha ereditato il nome dall’attivista e scrittore giamaicano Marcus Garvey, è anche uno socialmente impegnato, tanto che fu uno dei primi calciatori a inginocchiarsi in memoria di George Floyd, lo statunitense divenuto suo malgrado l’ispiratore del movimento Black Lives Matter. Sui social, invece, Marcus è solito dare mostra delle sue molteplici passioni. Tra queste c’è il basket, sport a cui si sarebbe dedicato se non avesse scoperto la straordinaria propensione per il gol. Ma anche i viaggi, che documenta sempre attraverso il suo profilo Instagram, così come le auto di lusso (ha una passione spiccata per le Mercedes). Marcus è anche un gran divoratore di film, soprattutto quelli dell’universo Marvel, perché grande appassionato dei supereroi. Nella vita, invece, coltiva il suo personale “superpotere”, quello che gli consente di divorare la fascia a velocità supersonica e seminare il panico tra i difensori avversari. Un potere che all’Inter non è sfuggito e che farebbe un gran comodo all’attacco di Inzaghi.

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