Theo, quando la svolta arriva dalla panca. “La Champions? No, qui si lotta per lo scudetto”

Per Hernandez un gol e un assist nel momento più complicato del Milan. “Le sostituzioni hanno cambiato la partita”

Stavolta non c’è più bisogno di “telefonare” a Deschamps dopo aver segnato: Theo Hernandez aveva già convinto il c.t. francese prima di questo gol. Però un bel memorandum non guasta mai, perché la strada per il Qatar è ancora lunga, il profilo di suo fratello incombe e ingombra, e quindi Theo deve cercare di restare a livelli molto alti. Stavolta ha battuto un colpo importante, perché ultimamente non è che fosse andata granché bene. La gamba meno sciolta del solito nelle discese, la fase difensiva nuovamente rivedibile. Non tanto tatticamente, ma piuttosto in termini di concentrazione, con prestazioni macchiate da indecisioni preoccupanti.

A riposo

—  

Alla fine Theo è rimasto fuori. Non certo per punizione, quanto per permettergli di tirare un po’ il fiato perché lui, assieme a Kessie, è da sempre l’uomo a cui è concesso molto raramente di rifiatare. E’ quello che ammazza nella culla i diretti concorrenti, prima ancora che la concorrenza diventi reale: chi arriva a Milanello come terzino sinistro, sa già che diventerà un grande amico della panchina. Stavolta è andata diversamente, e d’altra parte queste sono settimane in cui si gioca ogni tre giorni, e la prossima settimana tornerà di scena la Champions. Così Pioli ha giocato la mossa a sorpresa, perché in vigilia Theo e Ballo-Touré non parevano in ballottaggio. E invece fuori il 19, dentro il connazionale numero 5.

Repertorio completo

—  

E’ durata circa un’ora, poi il tecnico rossonero ha dovuto ricorrere all’artiglieria pesante perché la partita si stava incanalando nella melma più profonda e serviva qualcuno che desse potenza e imprevedibilità allo stesso tempo. Hernandez dal suo ingresso ci ha messo quattordici minuti per rimettere il Diavolo in pista. Prima l’assist a Diaz – cross al volo di piatto sinistro: gesto tecnico di gran pregio – e poi il sigillo personale, dopo l’invenzione di Saelemaekers: controllo, mira e botta di sinistro a colpo sicuro. Assist e gol: repertorio completo per un giocatore abituato ad avere numeri pesanti in fase offensiva, ma che in questa stagione non era ancora riuscito a lasciare il segno. “Sapevamo che era una partita importante e che non sarebbe stato facile, veniamo da una serie di partite molto dure – ha detto il francese a fine gara –. Pioli mi ha dato un po’ di riposo, sono entrato cercando di fare il meglio. Lavoriamo tutti i giorni per migliorare, è una stagione in cui ci troviamo meglio. Pioli ha fatto tre sostituzioni che hanno cambiato la partita. Queste partite dobbiamo vincerle, tutte. Un piazzamento in Champions? No, qualcosa in più: dobbiamo giocare per vincere lo scudetto”.

Precedente Empoli, Andreazzoli: "Avevamo bisogno di certezze, vittoria che ci gratifica" Successivo Milan, Pioli: "Ottimismo scudetto? Dimostriamolo in campo"