Testosterone come doping, l’esperto: “È un metodo desueto, aumenta molto poco la prestazione”

I chiarimenti del dottor Giuseppe Musumeci, direttore dell’unità di cardiologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino

Francesco Palma

11 settembre – MILANO

Non finisce più il calvario di Paul Pogba: il francese sarebbe risultato positivo a un controllo antidoping effettuato dopo il match tra Udinese e Juventus, prima giornata di campionato, nel quale il francese non era nemmeno sceso in campo. La sostanza proibita è il testosterone, ormai inusuale – e anche poco utile per un calciatore – nel mondo dello sport professionistico, e che comporta anche notevoli controindicazioni a livello di salute, come ha spiegato il dottor Giuseppe Musumeci, direttore dell’unità di cardiologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino.


Parere esperto su Pogba positivo a testosterone

Dottore, perché uno sportivo di alto livello dovrebbe usare ancora il testosterone? 

“È una domanda difficile a cui rispondere, perché potrebbe essere stato presente in farmaci presi dal soggetto che hanno portato a una contaminazione accidentale. In linea generale è un ormone che aumenta molto poco le prestazioni fisiche di uno sportivo di questo tipo (riferito a Pogba ndr), potrebbe magari aiutare nella creazione di massa muscolare, ma non è una sostanza dopante che modifica così tanto la performance”.

Da chi e come viene assunto? 

“Il testosterone si assume principalmente per bocca, ma in generale qualsiasi modo. È un ormone indicato nei pazienti che hanno una bassa produzione causata dall’ipogonadismo, una patologia nella quale i testicoli e le ovaie non producono ormoni a sufficienza. Per quanto riguarda il suo utilizzo nello sport, è un metodo abbastanza desueto: se ne parlava davvero molto tempo fa. È una vecchia sostanza dopante che veniva usata principalmente dai culturisti per aumentare la massa muscolare, ma ormai si utilizza sempre di meno”. 

Quali sono i rischi per la salute? 

Bisogna fare una distinzione tra chi ha un deficit di testosterone e chi non ne ha. È vero che riduce il cosiddetto colesterolo “buono”, ma non aumenta la pressione arteriosa, quindi quando usato per sopperire a una mancanza ormonale ed è indicato terapeuticamente non aumenta i rischi cardiovascolari. Altra cosa è invece l’abuso: se si hanno dei valori normali, si possono avere degli effetti importanti a livello metabolico, perché come detto prima agisce sul colesterolo buono. Inoltre, ha degli effetti tossici sui cardiomiociti, che tendono ad ipertrofizzarsi: si può sviluppare un’ipertrofia non fisiologica del muscolo cardiaco indotta dall’anabolizzante che aumenta la mortalità cardiovascolare. Inoltre, porta a un aumento dell’ematocrito e alza notevolmente anche il rischio di occlusione delle coronarie e di vasospasmo”.

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