Tesoro Chiesa per la Juve: è sfida aperta tra Sarri e Allegri

Un anno dopo, Chiesa inventa il gol della rinascita e risolleva la Juve accompagnandola ai quarti di Coppa Italia dove affronterà la Lazio e Sarri, che a Torino torna sempre malvolentieri per mille motivi. Ma per Allegri (squalificato) è stata dura anche battere il Monza, a cui Palladino ha dato un’identità di squadra-coraggio a prescindere da chi scende in campo. Max, in piena sintonia con i piani annunciati dal nuovo management, si è presentato con quattro giovani nati tra il 2001 e il 2003 – Iling, Fagioli, Miretti e Soulé – lanciando un segnale per il futuro: ma per eliminare i suoi rivali, dopo i gol di Kean e Valoti, ha dovuto andare al pronto soccorso e richiamare Paredes, Locatelli, Alex Sandro, Di Maria e, appunto, Chiesa che ha spaccato l’equilibrio approfittando della debolezza di Antov, già ammonito e non sostituito dal tecnico brianzolo. Lo scatto di Federico è stato quelli dei vecchi tempi, il tiraggiro alla Insigne un dipinto che ha accarezzato il palo e promosso i bianconeri senza la necessità di un supplemento di partita. E così il tabellone dei quarti di Coppa ci regalerà due sfide quasi… da scudetto nella parte superiore, Inter-Atalanta e Juve-Lazio, e gare assolutamente inedite come Roma-Cremonese e Fiorentina-Torino nella zona bassa. Curiosità: a 10 anni di distanza dalla finalissima tra le due romane (vinta dai biancocelesti), esiste per la prima volta la possibilità che l’atto conclusivo sia proprio il derby dell’Olimpico.

Il ritorno dell’Atalanta, la conferma della Lazio

Nel pomeriggio l’Atalanta, dopo un anno nero, ha confermato la sensazione di aver riaperto un ciclo con giovani interessanti come Lookman (doppietta nel 5-2 contro lo Spezia) e Hojilund, mentre la Lazio è finalmente riuscita a riproporsi nell’impegno infrasettimanale con la stessa intensità esibita in campionato contro il Sassuolo. Un passo avanti definitivo oppure solo una partita azzeccata? Lo vedremo nelle prossime settimane, quando gli appuntamenti aumenteranno con la ripartenza delle coppe internazionali. Sarri, giustamente, temeva così tanto il Bologna che ha schierato la squadra titolare con Maximiano in porta. Sì, proprio il portiere che aveva debuttato in A con un rosso dopo sei minuti perché aveva intercettato un pallone con le mani fuori area, contro gli stessi avversari. A quell’epoca sull’altra panchina c’era ancora Mihajlovic, che ieri all’Olimpico è stato ricordato con tutto l’amore possibile e con le lacrime delle sue donne, Arianna e Viktorija. Emozioni forti per un uomo che resterà per sempre un simbolo di Lazio e Bologna, unite a vita dal comune dolore per Sinisa. Stavolta Maximiano ha giocato seguendo le regole e si è forse conquistato il posto per i prossimi appuntamenti di coppa: il posto di Provedel non è assolutamente in discussione per Sarri, che ha invece bocciato definitivamente altri due acquisti estivi.

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Sarri avanti per la propria strada

E l’intervento del senatore Lotito, subito dopo la polemica di Reggio Emilia tra Mau e il ds Tare, non ha certo contribuito a rasserenare gli animi, anzi probabilmente li ha accesi ancora di più. Il tecnico a Cancellieri non ha concesso neanche un minuto, scegliendo il baby Romero come alternativa a Pedro, mentre ne ha regalati poco più di due a Marcos Antonio. Parliamo di giocatori su cui la Lazio ha investito una ventina di milioni: Sarri continuerà per la sua strada e insisterà fino all’ultimo giorno di gennaio per avere un vice di Immobile. Thiago Motta, invece, ha puntato più sulle riserve che sui titolari e si è visto che a prescindere da chi va in campo il Bologna – come il Monza di Palladino – ha una sua precisa identità. Se Sosa non avesse regalato il pallone a Pedro, forse la partita rossoblù sarebbe stata diversa anche se in fase offensiva si è visto poco o nulla. Il rientro di Arnautovic e di Zirkzee (riapparso per qualche minuto) aiuterà la squadra a salire di livello.


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