Tardelli, Oriali e le “follie” al Mundial: “Cominciamo a telefonare in Cina…”

Alla presentazione della nuova App del Museo del calcio, i due eroi del Mondiale di Spagna: ““La notte della finale dell’82 …”

Dal nostro inviato Fabio Licari

9 novembre – Firenze

Il sogno sarebbe far diventare il Museo del calcio di Coverciano uno dei più grandi musei italiani, come a Madrid quello del Real è secondo soltanto al Prado, ricorda il presidente Matteo Marani. Ma, senza lasciarsi andare a sogni più o meno proibiti, il Museo è una realtà in continua evoluzione e adesso si regala una app gratuita per parlare alle nuove generazioni, in grado di arricchire la visita di sale emozionanti dove è possibile trovare migliaia di magliette, ricordi e cimeli, comprese le pipe di Pertini e Bearzot dell’82.

Tardelli e Oriali

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E proprio due protagonisti di quel Mondiale erano oggi a Coverciano per parlare del Museo: Marco Tardelli e Gabriele Oriali. Per l’autore del 2-0 in finale alla Germania, quello dell’urlo, ”i successi della Nazionale a Euro 2020 hanno riportato la leggerezza che mancava da tanto nel nostro paese, come accadde con la vittoria dei Mondiali del 1982. La storia azzurra di ieri e di oggi è un patrimonio importante da custodire”. E Oriali: “La Nazionale è la mia vita, sono anni che vivo il percorso azzurro, prima come calciatore ed ora come dirigente. L’emozioni vissuta ad Euro 2020 mi ha fatto rivivere la gioia del 1982”.

Olimpico per Rossi

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Alla presentazione della App del Museo del Calcio sono intervenuti il presidente federale Gabriele Gravina (con un video-messaggio), il c.t. Roberto Mancini e il capo delegazione Gianluca Vialli, oltre a Giovanni Verreschi, amministratore Unico di SPACE S.p.A. – Gruppo ETT che ha realizzato l’app. “Prima di partire per gli Europei avevo detto, ritrovandoci in aula Magna a Coverciano, che bisognava rinverdire le foto che c’erano”, ha detto Oriali, mentre Tardelli ha ricordato qualche aneddoto di quella vittoria dell’82. A fine partita, lui, Scirea, Rossi e Cabrini si ritrovarono in hotel “ed era talmente enorme quello che avevamo fatto, enorme anche il senso di liberazione, che cominciammo a fare cose insensate, tipo telefonare in Cina e fingere di parlare cinese…”. Oriali ha rivelato un segreto: ”Dopo la difficile qualificazione nel gruppo, finimmo con Brasile e Argentina e io telefonai a mia moglie per dirle di prenotare il mare il giorno dopo la seconda partita…”. Entrambi d’accordo con la proposta di intitolare l’Olimpico di Roma a Paolo Rossi: “Lo merita!”.

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