Tardelli: “Alla Juve avrei preso Inzaghi al posto di Sarri”

L’ex bianconero e campione del mondo ’82: “Maurizio ha fatto bene, ma non era il genere di allenatore che volevano i tifosi e la società. L’uscita di Dybala? Forse si poteva avere più pazienza”

Marco Tardelli ha le idee chiare sul campionato che sta per partire e come sempre parla in modo diretto, del presente e anche del passato. Sulla sua Juve, intervenendo ai microfoni di TMW Radio, dice: “Cosa avrei fatto se fossi stato dirigente bianconero quando Allegri è andato via? Avrei preso un allenatore giovane, scegliendo Pirlo come hanno fatto o casomai puntando su Simone Inzaghi. Pirlo è arrivato quarto, ha fatto quello che doveva fare e probabilmente gli avrei dato la possibilità di continuare. Il ritorno di Allegri, dopo Sarri, o casomai quello di Conte, era forse inevitabile. Ma Inzaghi sarebbe stato un profilo da Juventus. È un tipo di allenatore che ‘sa dove mettersi’. Sarri ha fatto bene, ma non era il genere di mister che volevano i tifosi e la società. Quando punti su un allenatore che consideri una ‘promessa del calcio’ devi farlo con un progetto triennale. Inzaghi all’Inter sta facendo bene”.

La corsa al titolo

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E sul campionato: “Molte squadre possono lottare per il titolo, a partire da Milan, Inter e Juventus. La Roma potrebbe essere una piacevole sorpresa. Con quale tecnico mi sarei trovato meglio? Mi ritrovo con lo stile di Allegri: non sarà il più fluido ma alla lunga è il più vincente. Allegri risolverà le difficoltà della Juventus, è stato sfortunato dato che ritroverà Pogba solo a ottobre. Mourinho? Sta facendo molto bene. Ho visto ieri la partita con la Salernitana, ha ritrovato Zaniolo che però deve migliorare sottoporta”.

Tra passato e futuro

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Si gioca ai paragoni. “Un giocatore che mi somiglia? Pensavo che Marchisio – in maniera più soft e meno cattiva – potesse essere un centrocampista simile per caratteristiche. Lui aveva meno corsa, ma più tecnica. Oggi ti dico Nicolò Barella: si butta dentro, ha voglia di correre, sempre presente. Per l’Inter lui è un giocatore importantissimo: quando lui gioca male, anche la squadra intera ne risente. Oggi comunque dobbiamo avere la pazienza di aspettare: non all’infinito, ma almeno un anno. Un giocatore è bravo quando dura nel tempo”. E sul calcio di oggi aggiunge: “Mi piace quello in campo. Oggi se ne parla troppo, con argomenti che non riguardano sempre i ventidue che giocano. È cambiato totalmente come mondo, si tratta più di business e spettacolo che di lotta agonistica”.

Da Dybala a Marotta

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Tornando alla Juve commenta anche il caso Dybala: “È successo qualcosa che non sappiamo. Tutti pensavamo che potesse crescere di più, ma dopo il Covid c’è stato un calo di affezione nei confronti dell’ambiente. Ieri ha fatto una discreta partita, credo che per la Roma possa andare bene e farà grandi cose con la fiducia dell’allenatore. Non so dire se alla Juve l’avrei tenuto o meno: è stato un giocatore in grado di ‘spostare’, forse si poteva avere più pazienza”. E sulla dirigenza bianconera: “Hanno comprato chi voleva l’allenatore, quindi si è comportata abbastanza bene. Oggi i dirigenti non sono venditori di calcio, devono sempre controllare il bilancio. La mancanza di Marotta è secondo me fondamentale. È una persona capace e non ho capito il problema che ha portato alla sua uscita. Un mio ritorno in bianconero? Ci sono già stato, seduto nel Consiglio d’Amministrazione. Non mi sono trovato bene perché avrei preferito stare più vicino al campo e alla squadra. Oggi ho 68 anni e preferisco starmene a casa tranquillo”.

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