Tagliafico: “Messi si è tolto un peso: ora si diverte e gioca per i suoi figli”

L’unico superstite dell’Argentina dell’ultimo Mondiale: “Prima di vincere la Coppa America Leo aveva il peso di un Paese sulle spalle. Chi lo criticava ora si è pentito”

Nicolas Tagliafico è uno dei pochissimi superstiti argentini del Mondiale 2018. Era l’Argentina di Sampaoli: “In Russia eravamo alla fine di un’era: passammo con difficoltà il girone e poi uscimmo con la Francia: si, i futuri campioni del mondo, però noi da un po’ viaggiavamo con l’acqua alla gola. E affondammo”. Da li l’Argentina è ripartita. Con Lionel Scaloni come c.t. Ad interim inizialmente, una scelta quella di affidare la squadra all’ex laziale criticata anche da Maradona.

“E invece è stata un’ottima scelta. Era stato nel gruppo come assistente in Russia e quando prese la squadra non la voleva nessuno. Il compito era complicato per chiunque e Scaloni si presentò nel modo migliore, dicendo ‘Sono qui per aiutare’’. Ha fatto un gran lavoro, è riuscito a far ritrovare fiducia e sicurezza al gruppo e far rinascere il senso d’identità della nazionale. Abbiamo cominciato a vincere e tutti, tifosi, stampa, giocatori, lui stesso, si sono convinti che non sempre c’è bisogno di grande esperienza per essere un buon allenatore. Noi gli abbiamo dato fiducia, e lui l’ha riposta in noi. E siamo arrivati fin qui”.

Togliendovi un gran peso l’anno scorso in Copa America.

“Esatto. È stato un passo fondamentale, perché non avevamo vinto niente per tanti anni. Giocatori come Messi e Di Maria se lo meritavano, e per noi che non avevamo perso le finali come loro è servito a farci credere di più in noi stessi. Non perdiamo da tante partite e ci sentiamo di dire: ‘Siamo qui e dobbiamo continuare’. Emozionalmente quella vittoria è stata la cosa migliore che ci potesse capitare”.

Forse per Messi vale ancora di più.

“Si, perché il nostro è un gruppo senza nomi di grandissimo livello lui è il plus, il giocatore determinante, il più importante. E sento che l’anno scorso è scattato qualcosa d’importante. La vittoria in Copa America l’ha liberato, si diverte di più, è a suo agio. Penso che abbia iniziato a capire che la nazionale non dura per sempre e che deve godersela di più. Forse la cosa dipende anche dal fatto che ha dei figli che stanno crescendo, e come padre magari pensa che deve giocare per loro, non per tutto il Paese. Leo ha sempre avuto questo peso tremendo sulle spalle: sentiva che doveva vincere per l’Argentina, per la gente. E ora ha capito che deve giocare per i suoi bambini e godersi tutto in maniera più naturale e autentica. Con questi pensieri è arrivata anche la vittoria che tanto desiderava e aspettava. E ora resta l’ultimo grande sogno: quello di vincere il Mondiale”.

“Giocando ogni partita come se fosse l’ultima, a partire dal debutto contro l’Arabia Saudita”.

Anche l’attitudine della gente nei confronti di Messi è cambiata.

“Posso capire che si tende ad essere guidati dai risultati, ma è davvero folle pensare che c’era gente che criticava Leo. E poi perché? Perché non aveva vinto una coppa. E criticando si dimenticavano che è arrivato a tre finali. Una cosa complicata, molto complicata. Non aveva vinto, ed era stato criticato. Ora le cose sono cambiate: chi se la prendeva con Leo penso si sia pentito. Giustamente: era una cosa impensabile”.

Cosa la sorprende di più di Messi?

“La tranquillità, l’umiltà. A volte sembra quasi timido, ma se lo conosci si apre ed è una persona con la quale puoi parlare di tutto. Penso che a volte non si renda conto di tutto ciò che trasmette alla gente. È talmente normale che fai fatica a crederci”.

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