Tacopina: “Voglio il Catania, ma la Sigi faccia la propria parte”

L’imprenditore newyorkese, ex patron di Bologna e Venezia, ha commentato i ritardi nella trattativa d’acquisto del club siciliano

La trattativa per il passaggio del Catania dalla cordata etnea Sigi all’imprenditore americano Joe Tacopina vive giorni decisivi. Sabato dovrebbe essere il giorno delle firme preliminari dell’accordo, ma da New York in serata lo stesso avvocato statunitense ha rilasciato dichiarazioni allarmanti sull’andamento del dialogo.

RITARDI

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“I ritardi stanno diventando molto frustranti. La Sigi continua a dire di aver accettato il contratto e poi lo cambia. Dopo aver dichiarato di aver accettato continuano ad apportare nuove modifiche all’accordo. Vogliono darci meno assicurazioni”. Tacopina precisa: “Sto correndo un rischio enorme su questo accordo a causa dell’enorme quantità di debiti. Ci sono debiti che la Sigi non sapeva nemmeno che il mio team avesse scoperto due settimane fa. Sto assumendo oltre 40 milioni di euro di debito che appartengono a un gruppo di proprietà passata. Con quella cifra puoi acquistare una squadra di serie A, ma sono disposto ad accettare la sfida per l’amore verso il Catania, la città e i tifosi. Credo davvero che possiamo diventare uno dei migliori club in Italia nel prossimo futuro, ma dobbiamo tutti fare la nostra parte e prendere gli impegni precisi per il miglioramento del Calcio Catania”.

VERSO L’ACCORDO

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L’ex patron di Bologna e Venezia è intenzionato a chiudere l’accordo manifestando le proprie ambizioni: “Non mi allontanerò mai da questa squadra e sono sicuro che in un modo o nell’altro porteremo il Catania e la riporteremo alla sua posizione meritoria nel calcio italiano. Rimango fiducioso e ottimista sul fatto che si possa iniziare ora, ma aspetto una risposta da Sigi per vedere se firmeranno l’accordo che hanno già detto di accettare. Io ero pronto a firmare alla fine di dicembre, poi il 9 gennaio e sono pronto a firmare ora”. Infine la conferma: “Spero di essere a Catania per chiudere l’accordo il 16 gennaio”.

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