Szczesny, un altro errore: la Juve si fa gol da sola

Ma Allegri lo difende e scaccia le voci su Perin: sarà titolare in Champions. E preoccupa anche il calo di De Ligt

Dal nostro inviato Luca Bianchin

12 settembre – Milano

Il gol dell’1-1 è un riassunto degli ultimi mesi della nostra vita nel calcio: ci sono un tiro a giro di Insigne, un errore individuale di un giocatore della Juve e una squadra azzurra che festeggia. Wojciech Szczesny su quel tiro ha smanacciato un altro pezzetto della sua reputazione, richiamando le topiche viste contro Udinese, Torino e Porto, e poco dopo Moise Kean ha aggiunto un episodio francamente non spiegabile: un colpo di testa nella sua porta. Max Allegri ha riassunto: “Abbiamo preso 5 gol, ce li siamo fatti per conto nostro. Paghiamo a caro prezzo ogni errore, fa parte del calcio. Ci saranno momenti in cui ci andrà meglio. L’errore di Kean? Sono cose che capitano, a volte sembrano scritte”.

Poi si è fermato a raccontare il primo gol del Napoli, con Matthijs de Ligt pronto a entrare fermo a bordo campo, mentre Zielinski batteva l’angolo: “Ho chiesto il cambio per fermare il gioco e abbiamo preso gol, non volevo fare un altro cambio prima del 2-1, invece l’ho fatto e hanno segnato”. Un po’ legge di Murphy.

La storia recente della Juve però è piena di errori individuali che si ripetono e si inseguono, come i gol nella vecchia teoria del ketchup di Van Nistelrooy: a volte schiacci il tubetto e non esce nulla, ma quando il flusso comincia, puoi star certo che non smetterà per un po’. Pirlo guarda queste partite da casa anche perché Arthur ha mandato in porta Gaich nello sciagurato Juve-Benevento – la prima, grande goccia che scatena la tempesta – e perché Szczesny contro il Porto ha preso gol su punizione da lontano, troppo lontano.

L’errore di ieri, non cancellato dalla bella parata sul colpo di testa di… Kean, si aggiunge alla lista. #Szczesny, senza errori di ortografia, ieri alle 22 era ancora una delle cinque parole chiave più usate su Twitter a Torino e in molti di quei commenti si ripeteva un altro nome: Perin. Allegri ha anticipato i cattivi pensieri: “Tek è un gran portiere, martedì sarà ancora il titolare della Juve”.

Giusto e comprensibile ma il suo calo, che dura da qualche mese, è difficilmente spiegabile, come non è semplice interpretare il momento di De Ligt, che in una settimana è finito in panchina nell’Olanda e nella Juventus. Allegri, un allenatore che per stile vuole affrontare i problemi, non rinviarli, ha una lista di cose da fare lunga fino alla Svezia.

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