Svezzato, difeso, paragonato a Mbappé: che feeling tra Chiesa e Pioli

Ai tempi della Fiorentina il tecnico del Milan ha consolidato Federico come uno degli esterni migliori del campionato. E ora i due potrebbero ritrovarsi

Il 7 marzo del 2019 Stefano Pioli profetizzò in una diretta radiofonica la trasformazione offensiva di Federico Chiesa con il più pesante dei paragoni. “Non so se potrà segnare 20 gol a campionato, ma per alcuni aspetti lo paragono a Mbappè. Non mi aspettavo questo cambiamento radicale già nel corso di quest’anno”. Frase messa lì non certo per aggiungere peso e pressione sulle spalle di Federico, quanto per spiegare come un giocatore che ha iniziato la carriera da esterno puro a tutta fascia, si stesse piano piano trasformando anche in un secondo attaccante. Certificando comunque la totale stima tecnica nei confronti del proprio campioncino.

Dimissioni

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Nessuno poteva immaginare che il rapporto tra Pioli e la Viola avrebbe preso nel giro di un mese una piega improvvisa ed imprevista visto che a marzo la squadra era ancora parzialmente in lotta per un posto in Europa e in Semifinale di Coppa Italia. Il 9 aprile infatti, causa incomprensioni e dialettica forte con la società, il tecnico si dimise (arrivò Montella, ndr) e si interruppe (solo lavorativamente) anche il forte legame tra l’allenatore ed il nucleo della squadra, divenuto ancora più speciale fin dalla tragica scomparsa del capitano Davide Astori nella notte tra il 3 ed il 4 marzo del 2018. Il rapporto con i suoi calciatori però, è rimasto solido e di totale stima reciproca. Fra questi calciatori, ovviamente, anche Federico. Straordinaria la difesa eretta intorno a Chiesa dal tecnico dopo le accuse di Gasperini (“Chiesa ha l’abitudine di simulare” disse in sintesi Gasp appiccicando al calciatore un’etichetta fastidiosa e difficile da togliere). “Attacchi assurdi – rispose Pioli – Federico prende una marea di colpi perchè sta diventando sempre più forte. Certi commenti mi lasciano basito, Chiesa deve solo continuare così dentro e fuori dal campo”.

Rendimento

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Nell’anno e mezzo abbondante di gestione Pioli, Chiesa è cresciuto trovando una propria identità tattica (che pare essersi smarrita invece nell’ultimo periodo) come attaccante esterno, migliorando i propri numeri. E’ stato Paulo Sousa a lanciarlo nel grande calcio, Pioli però lo ha consolidato. Nella prima stagione sotto la gestione Pioli, Federico ha giocato 36 partite in campionato (di cui 35 da titolare), segnando 6 reti. Più altre due gare in Coppa Italia, senza però esultanze. Nella stagione successiva, fino a quel 9 aprile che segnò l’addio di Pioli, Federico mise a segno ben 12 reti equamente divise tra campionato e Coppa Italia, che restano il record stagionale di marcature personali. Con l’apice raggiunto con la straordinaria tripletta proprio in Coppa Italia il 30 gennaio 2019 nel 7-1 contro la Roma. Lo scorso anno comunque, anche senza Pioli, Federico ha segnato 11 reti in stagione (dieci in campionato, una in Coppa). In un’annata complicatissima iniziata con la voglia di andar via del calciatore scontratasi con il desiderio fermo di Commisso. “Chiesa non sarà il mio Baggio” disse il neo presidente, stoppando un passaggio fatto di Federico alla Juventus per 50 milioni più Demiral ed il prestito di Spinazzola. Il finale di questa estate, invece, è ancora tutto da decifrare

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