Superlega: Maldini, l'onore del capitano

No, non poteva esser vero. Eppure, domenica notte, quando il sito «messo insieme un po’ cosi» (copyright New York Times), da una Superlega il cui fallimento «è l’approssimazione amatoriale di dodici società fra le più ricche del mondo» (sempre New York Times), anche il nome del Milan figurava fra i dodici apostati della Champions. Il Milan dell’immenso Paolo Maldini, icona del calcio mondiale, 902 presenze e 26 trofei in rossonero, 126 presenze in Nazionale con la quale è stato vicecampione del mondo nel ‘94 e vicecampione d’Europa nel 2000. Paolo Maldini, la quintessenza dei valori assoluti dello sport, la classe, la lealtà, il fair play fatto persona: che cosa c’entrava lui con la Superlega, congenitamente votata a essere un’operazione commercial-bancaria per raccattare il denaro necessario a ridurre i 7 miliardi di perdite dei dodici di cui sopra? Infatti, Maldini non c’entrava nulla, come ci ha raccontato ieri sera con la schiettezza che lo contraddistingue.

Milan, Maldini, Gazidis e la Superlega

C’entrava Gazidis che il 20 aprile, cioè l’altro ieri, trionfalmente ha scritto agli sponsor: «Il Milan è lieto di confermare di essere uno dei dodici principali club europei uniti per dare vita a una nuova competizione infrasettimanale, la Superlega… Siamo fiduciosi che questa nuova competizione a 20 squadre catturerà l’immaginazione di miliardi di tifosi di calcio in tutto il mondo e rappresenterà l’inizio di un nuovo entusiasmante capitolo del gioco del calcio». Eppure, Maldini, dopo avere precisato di essere stato tenuto all’oscuro, «essendo stato tutto deciso a un livello più alto rispetto al mio dirigenziale», ha sentito il dovere di metterci la faccia, prendendosi «la responsabilità di chiedere scusa ai tifosi che in questa situazione possono essersi sentiti traditi». Ecco, le parole del Figlio di Cesare stroncano una volta di più il progetto che voleva calpestare il merito sportivo prendendo a calci il sentimento dei tifosi. Maldini ha parlato da vero capitano. E quando uno è un capitano come lui, è capitano per sempre.

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