Supercoppa femminile: festa Roma, la Juve si arrende ai rigori. Decisiva Ceasar

Dopo l’1-1 maturato al 120′, sui tiri dal dischetto si esalta il portiere delle giallorosse. Le parate della romena erano state già decisive a maggio 2021 nella finale di Coppa Italia vinta contro il Milan a Reggio Emilia

Ancora ai rigori, ancora sui guantoni di Camelia Ceasar: la Roma batte la Juventus al Tardini prendendosi la Supercoppa Ferrovie dello Stato Italiane – primo trofeo dell’era professionistica e rivincita della finale di coppa Italia dello scorso maggio (a Ferrara, la Juventus aveva battuto in rimonta la Roma con gol di Gama) – e ringrazia il suo portiere, specialista assoluta quando si finisce dagli undici metri. Le parate della romena, infatti, erano state già decisive a maggio 2021 nella finale di Coppa Italia vinta contro il Milan a Reggio Emilia. Anche ad agosto, nel preliminare di Champions, Ceasar aveva certificato il passaggio del turno contro il Paris F.C.. Questa volta – respingendo i tentativi di Girelli e Cantore – ha regalato alle giallorosse il secondo trofeo del nuovo corso, dal forte valore simbolico in un momento in cui le ragazze di Alessandro Spugna guardano anche tutti dall’alto in campionato e brillano in Europa.

L’assalto al potere bianconero – quello dei cinque scudetti consecutivi, ma anche del trionfo nelle precedenti tre edizioni della Supercoppa – può partire proprio da Parma. In mattinata, ha portato bene anche il video messaggio di José Mourinho che ha voluto caricare Bartoli e compagne: “Quando c’è una coppa sul tavolo – le parole del portoghese – la devi prendere e portare a casa “. Missione compiuta, dopo 120’ terminati 1-1.

Avvio sprint

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Le formazioni sono quelle attese alla vigilia, con Montemurro che ha dovuto rinunciare a Gama, Nildén e Gunnarsdottir. Entrambi i tecnici scelgono il 4-3-3, con una laterale difensiva adattata: nella Juventus è Lenzini a destra, nella Roma Minami posizionata bassa a sinistra sulle tracce di Bonansea. Si inizia a ritmi alti, con tanti duelli nel traffico di centrocampo e la necessità di dare ampiezza: Spugna dopo un quarto d’ora sposta a destra Haavi e da quella corsia nasce l’azione che sblocca l’equilibrio: su una rimessa laterale diretta verso l’area, Giacinti si ritrova tra i piedi un tiro della norvegese ed è fredda a correggere in porta – con la difesa bianconera non proprio reattiva – a pochi metri da Peyraud Magnin (19’). La reazione delle campionesse d’Italia è nel sinistro di Lisa Boattin: la migliore giocatrice dello scorso campionato, su punizione fa tremare la traversa di Ceasar e dà subito la scossa alla Juve, con tanta partita davanti per rimediare allo svantaggio. Sull’ultimo spunto prima dell’intervallo, è Girelli a sfiorare la porta al termine di un fraseggio di qualità con palla indietro di Beerensteyn per smarcare il tiro della compagna.

Ripresa bianconera

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Proprio l’olandese è la più attiva in avvio di ripresa, con la Juventus che dà l’idea di essere uscita meglio dagli spogliatoi. Da una leggerezza di Minami nasce il calcio di punizione che Boattin – dopo le prove generali del primo tempo – questa volta manda in porta, infilando Ceasar dal limite corto dell’area con una traiettoria mancina carica d’effetto a rientrare. Caricate dal pari, le bianconere si avvicinano anche al sorpasso con Girelli. Il vento della partita sembra essere cambiato e gli allenatori intervengono: nella Roma fuori Serturini e dentro la freschezza e le motivazioni da ex di Benedetta Glionna, diventa più spregiudicata invece la Juventus, che passa 4-2-4 con Cantore al posto di Caruso. Nella giostra dei cambi, dentro anche Bonfantini (ex anche lei) – subito vicina a lasciare il segno con una zampata sotto porta che sollecita Ceasar – e Rosucci, che ci prova da fuori area prima del 90’. L’ultima occasione dei tempi regolamentari è ancora targata Juventus, con un colpo di testa di Girelli che trova ancora la risposta del portiere romeno. I supplementari, per una Roma in affanno, rappresentano una conquista.

Verso i rigori

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In avvio dei supplementari è ancora la Juventus ad avere una marcia in più: ci provano prima Sembrant di testa da angolo, poi Cantore da lontano. La Roma però è rimasta sul pezzo e lo dimostra, nel secondo tempo, con lo sprint di Glionna che brucia Boattin e si vede chiudere lo specchio della porta dall’uscita di Peyraud-Magnin. Su entrambi i fronti, diminuisce la lucidità nelle scelte con l’avvicinarsi dei rigori. Per la Roma alla fine – e nonostante l’errore di Glionna – saranno undici metri di felicità.

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