Super Conte e lo scudetto “obbligatorio”

INVIATO A VERONA – Antonio Conte e l’Inter restano secondi, ma non si fermano. A Verona hanno centrato la settima vittoria consecutiva in campionato, impresa che al tecnico di Lecce sulla panchina nerazzurra non era mai riuscita (all’inizio della scorsa stagione si era fermato a 6), e, anche se i tre punti conquistati al Bentegodi non sono stati sufficienti per mettere la freccia sul Milan e concludere il 2020 al primo posto in campionato, il Natale dell’ex ct e dei tifosi nerazzurri sarà sereno. C’è la consapevolezza che il progetto stia finalmente per prendere quota dopo i discreti risultati comunque ottenuti nel 2019-20. Con la crisi della Juventus, principale favorita per lo scudetto, la convinzione è quella di mettersi alle spalle tutte le altre e tornare a festeggiare il tricolore a 11 anni dall’ultima volta. Soprattutto se dal mercato dovessero arrivare i due rinforzi che Antonio si aspetta e che chiederà alla società nel vertice post natalizio. Adesso, però, è tempo di sorridere perché, a dispetto dalla bruciante eliminazione dall’Europa di 2 settimane fa, Conte può essere soddisfatto per quello che i suoi hanno fatto finora in Serie A.

NUMERI SUPER – Da quanto ha firmato per la società di Zhang, Conte ha diretto 52 partite in Serie A vincendone 34 (ovvero il 65%) e perdendone appena 5 (meno del 10%). Viaggia alla stratosferica media di 2,21 punti a incontro. Numeri da scudetto. Restringendo il discorso alla sola stagione 2020-21, dopo 14 giornate la media punti è addirittura 2,36 grazie a 10 successi, 3 pari e 1 ko. D’accordo, il Milan ha fatto meglio, ma dopo la pausa per le nazionali di novembre, l’Inter ha avuto un passo eccezionale e ha recuperato terreno sul Diavolo. Probabilmente Antonio sperava di festeggiare il Natale al comando come gli era successo 12 mesi fa quando era a parimerito con la Juventus, ma il bilancio dei primi tre mesi di campionato è estremamente positivo. L’opposto di quello che è successo in Champions, con il quarto posto nel girone e l’addio sia alla massima competizione europea sia all’Europa League. La debacle oltre i confini nazionali, però, adesso sembra già lontana e l’Inter è concentrata solo sulla lotta scudetto che in questo turno infrasettimanale – è questa la convinzione ad Appiano Gentile e in viale della Liberazione – potrebbe aver emesso un primo parziale verdetto assai significativo: la Juventus non è più inavvicinabile e la fine del suo regno che dura da 9 anni non è mai stata così vicina.

OBBLIGATI NO, MA… – Se la Signora non avrà una ripresa lampo a inizio 2021 e non recupererà l’attuale svantaggio dalle milanesi (-10 dal Milan e -9 dall’Inter, pur con una gara in meno), la corsa tricolore potrebbe trasformarsi in un testa a testa tra Pioli e Conte. Il tecnico leccese non guarda il Milan perché ritiene che pensare alla classifica adesso sia prematuro. Ciò premesso, è convinto della forza della sua squadra e della bontà del lavoro fatto finora. Ritiene che il gruppo a sua disposizione abbia ottenuto risultati straordinari (almeno in Italia) e spera che possa continuare così fino a maggio, anche se dentro di sé è forte la convinzione che siano necessari degli innesti. Diciamo un centrocampista e un attaccante. Li chiederà alla dirigenza per capire se è possibile convincere la proprietà a investire alla riapertura del mercato. Intanto, però, Conte è stato di parola facendo fare al gruppo un ulteriore passo in avanti rispetto alla scorsa stagione sotto il profilo della convinzione e della personalità. L’Inter non gioca un bel calcio, ma ha vinto le ultime 7 partite con carattere, forza di volontà, fisicità e condizione atletica, oltre che con la qualità dei singoli. Non è certo la formazione che esprime la manovra più fluida e armoniosa, eppure trova tanti modi diversi per conquistare i tre punti. Dire che sia obbligata a vincere lo scudetto forse è troppo, ma guardando la concorrenza, con la Juventus in difficoltà, il Milan inferiore come profondità di organico (e ancora in corsa in Europa), la Roma e il Napoli altalenanti, ha ottime chances di mettersi tutti alle spalle. Non succede dall’anno del triplete e i tifosi iniziano a crederci.

EFFETTO DURACELL – A far sognare è anche l’abilità della squadra di crederci fino alla fine e di trovare la vittoria quando le altre calano. E’ successo pure a Verona dove è arrivata la quinta vittoria in 7 trasferte in Serie A. Primo tempo di sofferenza, ripresa arrembante grazie ad Hakimi e Lautaro Martinez. Gli ultimi 9 gol segnati dai nerazzurri sono arrivati nei secondi 45′ e più in generale 18 delle 34 reti (miglior attacco del campionato) sono state festeggiati nei 30′ finali. Un segnale che l’Inter sa far male quando conta. E pazienza se non difende con la stessa attenzione del 2019-20 quando aveva avuto la miglior difesa della A. Conte, che a inizio stagione aveva chiesto un calcio più offensivo e una linea a tre più alta (troppe palle gol concesse agli avversari hanno portato a un ravvedimento), adesso ha abbassato il baricentro e la sua formazione è tornata ad avere le certezze del passato. Vince molto e vola. Sognare lo scudetto è tutto meno che impossibile.

Precedente Moviola, Napoli-Torino: Valeri versione Babbo Natale Successivo Atalanta, ufficiale Maehle: l'alter ego danese di Castagne arriva dal Genk