Suarez, giovedì il test per diventare italiano, poi può dire sì. Ma Dzeko…

Dopo l’ok, l’iter per il passaporto sarà rapido. Intanto però il bosniaco resta nei pensieri di Pirlo…

Filippo Conticello

Filippo Maria Ricci

15 settembre – Milano

Pare che lo studente Luis sia puntiglioso: approfondisce, ripete. Prova e riprova, scrive e riscrive. Dall’esame di Luis Suarez e dalle successive manovre per “italianizzarlo”, dipendono le prossime mosse della Signora, ma anche quelle di Edin Dzeko, altro aspirante bomber bianconero. Intanto,il prossimo gol Suarez lo cerca a Perugia giovedì, anche se probabilmente per via telematica dalla sua residenza catalana: dovrebbe sottoporsi all’esame di lingua livello B1, il terzo, quello necessario per far avanzare di un bel passo la sua pratica di cittadinanza.

La Juve e l’uruguaiano sono decisi a seguire questa strada a tutta velocità perché il tempo necessario per arrivare alla meta, in realtà, potrebbe essere meno lungo di quanto si temeva. In fondo, la Signora, che ha da tempo un accordo, pensa che tra una decina di giorni Suarez possa davvero correre sui prati della Continassa.

Se poi qualcosa dovesse andare storto tra le mille pieghe della burocrazia, territorio sempre imprevedibile, la Juve tornerebbe con decisione su Dzeko anche alla luce del riavvicinamento nelle ultime ore tra Napoli e Roma sul fronte Milik. Tra l’altro, il bosniaco non avrebbe comunque mai interrotto le comunicazioni con Pirlo e pure con Bonucci, suo grande estimatore: la pista, insomma, è ancora calda, ma la Signora è in attesa di solide certezze sul passaporto dell’uruguaiano e accompagnata da molte riflessioni all’interno. Solo dopo l’esame di Luis, Paratici potrà davvero riallacciare con decisione i contatti con l’entourage del bosniaco o, eventualmente, congedare tutti.

L’iter

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Intanto, nell’Università per Stranieri di Perugia sarebbe stata trovata la prima data utile tra i tanti enti convenzionati. Suarez dovrebbe affrontare l’esame per via telematica: un po’ per le regole anti-covid, un po’ perché sono previsti corsi e sessioni straordinarie. A quel punto, Luis aspetterà con fiducia il risultato e poi potrà portare (manualmente) i documenti in consolato. Sarà l’apertura ufficiale di un fascicolo nuovo di zecca: impossibile agganciarsi a una richiesta precedente di cittadinanza, presentata quasi due anni fa e mai completata.

Insomma, si riparte da zero, ma a velocità sparata. Quando i documenti, scansionati in pdf, verranno “uplodati” nel sistema digitale del Ministero degli Interni, l’esame della pratica passerà a Roma. Ecco, quindi, l’altro momento delicato: a volte lì la burocrazia si ingolfa e ritarda, ma resiste la fiducia che stavolta andrà diversamente. Potrebbe bastare un giorno o poco più per l’emissione di un “decreto” (si chiama effettivamente così) da parte del Viminale. Il passo successivo, l’invio per posta o mail della convocazione del consolato per entrambi i coniugi: il Pistolero dovrebbe giurare sulla Costituzione assieme alla donna che ha permesso di attivare questo percorso, tortuoso ma necessario. Sofia Balbi, la signora Suarez, è già cittadina italiana perché suo padre partì dal Friuli per cercare fortuna in Uruguay. L’emissione del certificato di cittadinanza è sufficiente per la Lega calcio e consente di richiedere materialmente l’emissione dell’agognato passaporto. Tradotto: dal momento dell’esame è lecito ipotizzare una settimana per risolvere la faccenda.

Realtà fluida

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Suarez aveva la possibilità di seguire un’altra strada: richiedere la cittadinanza per “meriti speciali”, iter che non prevede requisiti linguistici e percorso in passato da altri calciatori. Dopo attente riflessioni, la pista sarebbe stata scartata perché ci sono pur sempre i tempi per seguire il tragitto classico e non si vuole dare l’idea di un favore indebito. Ieri, intanto, Suarez ha continuato ad allenarsi vestito di blaugrana, mentre a Barcellona e a Madrid si insisteva ancora sullo scontro strisciante tra lui e il club catalano. Il Pistolero vorrebbe ancora per intero un anno di contratto da quasi 20 milioni (premi compresi), ipotesi esclusa da Bartomeu. La realtà, però, è assai più fluida: l’attenzione stessa con cui Luis sta studiando italiano conferma la sua voglia di partire e accettare un accordo col Barcellona a cifre ben più modeste. Non è stato messo nero su bianco ancora perché corre, in parallelo, il treno express che porterebbe alla cittadinanza. Se poi non dovesse andare a destinazione, a quel punto la Juve cambierebbe rotta di colpo verso l’altra strada battuta all’inizio di questo mercato: all’esame del Pistolero non guarda solo la Signora, ma pure il collega Edin.

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