Suarez e la risposta ai due nemici che lo hanno cacciato dal Barça

L’indagine dei magistrati sull’esame taroccato per ottenere il passaporto italiano, la battaglia legale con il Barcellona per la buonuscita da dodici milioni e mezzo, le lacrime nel video di saluto ai tifosi catalani e la porta che gli è stata sbattuta in faccia dal presidente Bartomeu e da Koeman. Agosto e settembre sono stati mesi di tempeste per Luis Suarez. Dopo sei stagioni e 198 gol con la maglia blaugrana, è stato trattato dai dirigenti solo come un costo da eliminare. Neppure l’alleanza con Messi è servita a salvare la sua conferma e a spingere Bartomeu a fare retromarcia. La versione ufficiale? Koeman ha considerato il centravanti uruguaiano inadatto al suo calcio, ai suoi schemi, al suo modulo. Tutto qui, una spiegazione gelida e telegrafica.

La cicatrice rimane, proprio come l’amicizia sacra con Messi. Per il resto, Suarez ha sposato l’Atletico Madrid e i progetti del Cholo Simeone. Risultato? Continua a segnare, a 33 anni, con una regolarità impressionante: è il capocannoniere della Liga con quattro gol, insieme con Ansu Fati (classe 2002, clausola da 400 milioni nel Barcellona) e Paco Alcacer (bocciato in passato dai blaugrana, protagonista in Germania nel Borussia Dortmund e diventato ora la stella del Villarreal, allenato da Unai Emery).

Suarez non manca solo a Messi e al popolo del Camp Nou, ma anche a un Barcellona che in campionato è dodicesimo: solo un punto nelle ultime tre giornate, -4 dai “colchoneros” e -6 dal Real e dal Granada, primi in classifica. Quattro gol in cinque partite: la media di uno ogni 77 minuti. Simeone ha in tasca la carta decisiva per provare a vincere con l’Atletico la seconda Liga della sua carriera di allenatore, dopo la festa del 2014. Insieme, il Cholo e Suarez, possono approfittare del conflitti interni e del piano di austerity del Barcellona e del Real.

Precedente Milan, Donnarumma positivo: con la Roma c'è Tatarusanu. Ecco i suoi precedenti

Lascia un commento