Su Sportweek tutti i segreti di “Normal One” Pioli: “Il Milan è il posto giusto”

Il tecnico rossonero protagonista sulla copertina si racconta, tra ricordi e sfide: “Merito tutto quello che ho, perché ci metto tanta passione”. Poi spazio a Belinelli e Musa Barrow

Chiedi a Stefano Pioli di questo suo Milan che vince e convince, e trovi la chiave giusta perché apra se stesso, il suo mondo, i suoi ricordi, e decida di raccontarsi. Giudizi (e pregiudizi) altrui compresi. Normal One, lo definiscono, e per alcuni suona come un sinonimo di banalità e grigiore. Lui, l’allenatore rossonero, lungi dal sentirsene offeso, replica, nell’intervista che apre il numero di Sportweek in edicola domani, sabato, come sempre allegato alla Gazzetta dello Sport al prezzo complessivo di 2 euro: ”Se per “normale” si intende uno che ha voglia di crescere e migliorarsi sempre, allora lo sono. E merito tutto quello che ho, perché ci metto tanta passione”.

La storia

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La famiglia di oggi e quella di ieri, operaia e contadina, i sogni da bambino e l’educazione impartitagli dai genitori – da cui la compostezza di atteggiamenti mai sopra le righe – e naturalmente tanto calcio: gli anni da giocatore alla Juve di Platini e Boniek e quelli da allenatore alla Lazio, all’Inter e alla Fiorentina, tra le altre. Anni di promesse e illusioni, mai sfociate in vittorie. Ed è, insieme a quella di una “normalità” che farebbe rima con banalità, la seconda accusa che viene rivolta all’allenatore rossonero. E che il diretto interessato incassa spiegando il perché i trofei non sono ancora arrivati: ”Bisogna avere la squadra adatta. Finora non mi è capitato, ma al Milan sono al posto giusto al momento giusto”. Quanto al carattere “morbido”, scoprirete che anche Pioli, nel suo piccolo, si incazza. E pure parecchio, se serve.

Belinelli e Bologna

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A seguire, su questo numero di Sw, è protagonista Marco Belinelli. Tornando a Bologna, dove, a pochi chilometri di distanza, è nato e la sua carriera nel basket è cominciata, l’ex giocatore degli Spurs chiude un cerchio. Noi ci siamo fatti raccontare proprio i suoi inizi, la prima squadra, le prime partite, i primi avversari. A fargli compagnia, in questo viaggio nella memoria, Marco Sanguettoli, che lo ha allenato dai 14 ai 17 anni proprio alla Virtus. Si torna al calcio con Musa Barrow, uno dei giovani talenti della Serie A, al quale però Sinisa Mihajlovic, suo allenatore al Bologna, rimprovera la poca cattiveria davanti alla porta. Nell’intervista che ci ha concesso, Musa spiega da cosa dipenda questo suo difetto. E scoprirete un lato del suo carattere che finora aveva tenuto nascosto.

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