Strategie Milan: il futuro è adesso. Niente limiti, la Champions è l’obiettivo minimo

Elliott rinforzerà il club anche a gennaio: niente limiti né traguardi fissi, però il quarto posto è fondamentale per crescere

I profili giusti, certo. Giovani, con ingaggi sostenibili, con un futuro che si annuncia brillante. Ma non c’è soltanto questo nella strategia del fondo Elliott per il futuro del Milan. L’a.d. Ivan Gazidis lo ha dichiarato più volte, e le ultime operazioni di mercato sono andate tutte nella stessa direzione: il Milan vuole tornare grande in fretta senza dissanguarsi in operazioni insensate, soprattutto nella notte buia della pandemia da Covid, ma al tempo stesso non dimentica il valore del marchio e della storia. “Ci vorrà del tempo per tornare al top”, ha detto spesso l’a.d. Un tempo imprecisato, che sembra essersi accorciato notevolmente grazie ai risultati ottenuti negli ultimi mesi.

serenità

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Il Milan sembra essersi attestato su posizioni comuni. “Non è un Milan da scudetto”, secondo le parole di Paolo Maldini, dirigente dell’area tecnica. E la stessa cautela arriva dai piani alti, attenti a seguire i piani prestabiliti: prendere quello che serve, spendere in operazioni concrete, non per gettare fumo negli occhi. Ma che il Milan non si ponga limiti ormai è evidente. Il quarto posto era un obiettivo più o meno prefissato nella stagione scorsa, ancora di più adesso, con una guida tecnica solida e rinsaldata dai grandi numeri di strisce di imbattibilità significative. Nessuno pronuncia la parola tabù, scudetto, eppure il club rossonero è stato l’ultimo a vincere il campionato prima del dominio bianconero. La Juve adesso è in periodo di riflessione, il Milan ha imboccato la sua strada. Che era programmata come un lungo cammino, ma chissà che il destino non lo accorci. In fondo nel calcio certe volte contano davvero gli episodi. E il Milan si è dimostrato abbastanza compatto, anche se giovane, e capace di superare i problemi.

vent’anni dopo

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Maldini lo sa meglio di tutti: nel 1999, il Milan vinse uno scudetto inaspettato, mentre sembrava una squadra a pezzi, reduce da ripartenze fallite e da assenze in Europa che avevano generato smarrimento e buchi di bilancio dopo le glorie degli anni Novanta. Al timone di quel Milan c’era Zaccheroni. Romagnolo Zaccheroni, emiliano Pioli: territori rivali, radici comuni grazie a lunghe gavette. Le similitudini non sono molte di più, però il Milan sa che si può risorgere quando uno meno se lo aspetta. E la scommessa della proprietà attuale, cioè del fondo Elliott, è risorgere non soltanto per una stagione o due. Il Milan vuole ripartire da basi solide, per questo vuole puntare sui giovani talenti, ma la situazione attuale autorizza altri pensieri. Lo scorso gennaio con Ibrahimovic e Kjaer il club cementò se stesso. Adesso torna l’ora dei giovani nel mercato invernale. Ma il Milan ha capito di poter accelerare i tempi. Non vuole essere una squadra kindergarten, perché sa che si può fare di più.

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