Strategia Inter, i parametri zero fanno la differenza. E il prossimo può essere Smalling

Acerbi, Onana, Mkhitaryan: tre uomini chiave dei nerazzurri i cui cartellini non sono stati pagati neppure un euro. E la strategia sarà ripetuta la prossima estate

Il rendimento migliore lo hanno avuto i giocatori che sono arrivati all’Inter a parametro zero (Onana e Mkhitaryan) o in prestito gratuito (Acerbi). Mentre chi è stato pagato (Lukaku, Bellanova e Asllani) sta vivendo una stagione più difficile. Il mercato nerazzurro della scorsa estate è stato la dimostrazione che il calcio sfugge a qualsiasi regola e che, a volte, la creatività e il colpo di genio possono pagare più degli investimenti milionari. Ecco perché è già stato “opzionato” il romanista Smalling e non è detto che sia l’unico parametro zero in arrivo la prossima estate.

COLPI A ZERO

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Onana e Mkhitaryan sono stati due capolavori di Marotta, Ausilio e Baccin. Difficile stabilire quale dei due stia avendo il rendimento migliore. Di certo entrambi sono stati fondamentali nella risalita della squadra che da inizio ottobre in poi, con loro due praticamente sempre titolari, ha svoltato. Il portiere è arrivato svincolato dall’Ajax e ha svolto le visite mediche nel gennaio scorso: aveva fretta di sistemare tutto perché voleva chiudere la lunga parentesi olandese iniziata con tante soddisfazioni e chiusa con una squalifica per doping. André ha avuto il coraggio di mettersi in gioco perché quando è sbarcato a Milano, sapeva che Handanovic era il titolare e il capitano della squadra. Ha “spinto” al massimo in allenamento e alla prima occasione nella quale è stato chiamato in causa, contro il Bayern Monaco il 7 settembre, ha sfoderato grandi interventi. Non sufficienti per consentire alla squadra di evitare il ko contro i campioni di Germania, ma abbastanza per garantirgli un’altra chance, quella avuta a San Siro con il Barcellona. Il suo destino è girato in quella magica notte, nella quale ha fatto il suo dovere alla grande e i nerazzurri si sono presi tre punti chiave per passare agli ottavi. Il turn over che Inzaghi aveva programmato è stato incenerito il 4 ottobre, anche perché tre giorni prima Handa era stato tutto meno che sicuro nella sconfitta contro la Roma. Adesso l’indiscusso numero uno è il camerunese che dà sicurezza con le sue uscite e guida il reparto con personalità. Anche Mkhitaryan ha dovuto aspettare il suo turno prima di “prendersi” l’Inter. Era arrivato alla Pinetina dopo il doppio serio infortunio alla coscia subito nelle ultime settimane dell’esperienza con la Roma, in più durante la preparazione aveva avuto un nuovo problema muscolare. Qualcuno, tra i tifosi, ha pensato di aver preso un giocatore usurato (ieri ha compiuto 34 anni) e invece con il passare dei mesi, l’armeno è diventato sempre più importante. Lo hanno aiutato l’infortunio di Brozovic, lo spostamento di Calhanoglu come regista e la continuità di utilizzo nel ruolo di mezzala. Resta il fatto che da un po’ non sbaglia una partita e, anche se ha segnato un solo gol in campionato (da 3 punti) a Firenze e in Champions ha aperto la goleada contro il Viktoria Plzen, ha messo il piede in tante azioni che si sono concluse con una rete, ha recuperato tanti palloni e, nonostante sia nato e cresciuto come giocatore offensivo (seconda punta o trequartista), è diventato bravo ad abbinare le due fasi.

ACE VOLUTO DA SIMONE

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Una grande intuizione, stavolta di Simone Inzaghi, è stato l’arrivo del difensore milanese che da mesi aveva “rotto” con la Lazio. Ha sostenuto le visite mediche e firmato solo all’ultimo giorno perché l’Inter prima di accollarsi un altro stipendio da 2 milioni (che Francesco si era già tagliato rinunciando alle mensilità di luglio e agosto) sperava di alleggerire il monte ingaggi, ma se non ci fosse stato lui adesso la squadra sarebbe nei guai. Perché il rendimento di De Vrij, titolare inamovibile la scorsa stagione, è crollato in un inizio di annata nella quale ha commesso svariati errori. Acerbi è stato titolare a Udine, nel ko contro i friulani, e da allora in poi non ha quasi mai rifiatato. Personalità, concretezza e decisione lo hanno fatto imporre come un elemento chiave e a questo punto ipotizzare la sua permanenza a Milano anche per il futuro è d’obbligo. Prima però bisognerà trovare un accordo con Lotito perché l’ad Marotta reputa troppo alta la cifra fissata per il riscatto (4 milioni). Trattare con il numero uno laziale tradizionalmente è complicato, ma dalla sua parte l’Inter ha la volontà del difensore di non tornare per nessun motivo a Roma. In un modo o nell’altro la quadra sarà trovata.

CHI E’ STATO PAGATO INVECE…

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Chi invece è arrivato alla Pinetina pagando soldi per il prestito (Lukaku), per il prestito con diritto di riscatto (Bellanova) o per il prestito con obbligo di riscatto (Asllani) sta vivendo una stagione assai più complicata. Prendete Lukaku: al Chelsea sono andati 7,6 milioni più altri 5 di eventuali bonus per riportarlo 12 mesi alla Pinetina, ha collezionato appena 8 presenze (4 da titolare) e segnato 2 reti a causa degli infortuni. Adesso sta provando a tornare in condizione senza forzare i tempi. Sarà la volta buona? Ad Appiano tutti se lo augurano. Su Asllani la dirigenza ha investito 4 milioni di prestito, 10 per il riscatto e 2 di bonus, ma dopo un ottimo precampionato, è stato scavalcato nel ruolo di vice Brozovic da Calhanoglu. Per l’albanese non è una bocciatura: per giocare in una posizione tanto delicata, Inzaghi preferisce esperienza. Diciamo che è stato rimandato, ma nessuno in viale della Liberazione ha rammarichi per l’investimento fatto. E Bellanova? E’ stato utilizzato solo in scampoli di match perché Dumfries prima e Darmian poi si sono presi la sua fascia. Dubbi sul riscatto i dirigenti non ne hanno: a fine stagione diventerà un giocatore dell’Inter. Meglio se sarà possibile abbassare i milioni ancora da dare al Cagliari (7) inserendo nell’operazione un giovane.

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