Stranieri, non c’è legge che imponga di comprarli

Vi viamo tempi biblici. Giorgia Meloni precisa di non essere Mosé e tira avanti, io mi autodefinisco da decenni Vox Clamantis in Deserto come Giovanni Battista e ho schivato più volte Erode, Erodiade, Salomé, la Fifa, l’Uefa e la Figc e affini che mi detestano perché invoco da tempo il blocco ai pedatori stranieri (giocatori e/o calciatori, come direbbe Sacchi). Inutilmente. Scusi – mi riprendono – ma lei la conosce la Sentenza Bosman del 1995? Come no? La conosco e l’ho sempre osteggiata come un harakiri globale. Neanche ve la racconto, per scaramanzia. E l’ho pur conosciuto, Jean-Marc, definito ampollosamente nel web “l’uomo che ha cambiato la storia del calcio” e contemporaneamente “modesto calciatore”, “rivoluzionario”, “rovinato”, “povero”; per i più disinvolti opinionisti “sfigato”. 

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L’uomo che si è rovinato da solo infliggendo un duro castigo al calcio, spalancandone le porte ai trafficanti di uomini e di bufale; favorendo la distruzione dei settori giovanili e – lo si vede ormai da tempo – della Nazionale, giunta miracolosamente a incoronarsi Regina d’Europa anche per sfighe altrui. 
Io dico il mio pleonastico “basta!”; m’atteggio a Savonarola castigando il malcostume corrente e i solerti quanto cortesi Amici del Vapore mi scrivono: «Buongiorno Italo, abbiamo letto con interesse il tuo Post e ci corre l’obbligo di segnalarti che le regole per la libera circolazione all’interno dell’Unione Europea impediscono qualsiasi forma di limitazione all’uso dei cosiddetti stranieri. Non c’è norma che può approvare la Figc e nemmeno legge che può approvare il Parlamento per cambiare tale disposizione». C’erano una volta gli Andreotti, gli Abodi e i Malagò. 
Dico “Amici” perché dalle loro parole trapela non ironia ma rispetto per l’anziano, ch’è più o meno la stessa cosa ma fa piacere, dai. Così come non c’è ironia nella risposta che sto dando da decenni ai bosmaniani: «Nessuna legge può impedire di NON ACQUISTARE calciatori stranieri». La premessa non è audace, è semplice: è vero o no che la Nazionale soffre l’eccesso di stranieri in campionato nei ruoli più importanti costringendo la Federazione a impiegare addirittura oriundi di terza e quarta generazione rispetto agli italianissimi Cesarini al servizio di Vittorio Pozzo nel ’34? È vero o no che al mercato degli stranieri vale la regola “prendi tre, buono uno” che sta riducendo sul lastrico molte pur titolate società? E allora, tutti d’accordo – dicesi Leghe -, una pausa per riabilitare il pedatore italico ormai snobbato anche nei campionati minori a favore dei virgulti esotici. (E poi ci dicono pure razzisti). 
Tutto qui. Poi, attenti, dopo Giovanni Battista arriva Cassandra. 

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