MILANO – Il campionato ricomincia con il botto, ovvero con il derby di Milano tra le uniche due squadre sempre vittoriose nelle prime tre giornate di Serie A. E ricomincerà con i “maxi-recuperi”, dopo che la Federcalcio ha recepito le indicazioni di Fifa e Ifab che hanno introdotto la novità dai mondiali del Qatar (così non sarà nelle coppe europee, visto che l’orientamento della Uefa non è cambiato rispetto al passato). Questo ha comportato il fatto che nelle prime trenta partite giocate in campionato, ben diciassette abbiano avuto più di dieci minuti di recupero. E in tutte si sono sfiorati i cento minuti in campo. Una rivoluzione i cui effetti vanno ancora capiti, come spiegato da Andrea Stramaccioni, oggi voce di Dazn, dopo aver chiuso l’esperienza all’Al-Gharafa. «Su questo argomento voglio fare una proposta-provocazione: adesso che i recuperi sono diventati “extralarge” un allenatore deve capire quale può essere la quantità del recupero che va comunicata nel corso della partita. Perché se faccio un cambio a dieci minuti dalla fine convinto che se ne giocheranno quattordici e me ne ritrovo venti, magari quel cambio non vorrei farlo, vorrei attendere. Giusto far giocare di più, ma un allenatore, attraverso il team manager e il quarto uomo, deve avere un orientamento sull’entità del recupero minimo. Una partita che ha dieci minuti di recupero è un’altra partita e sarebbe giusto fornire un update in corso d’opera. Questo perché, anche per la bellezza dello spettacolo, va aiutato chi è in panchina. Non si tratta di una rivoluzione, ma di migliorare la comunicazione tra quarto uomo e chi sta in panchina».
L’intervista completa ad Andrea Stramaccioni sul giornale di venerdì
© RIPRODUZIONE RISERVATA