Stima, gol, messaggi e “tradimenti”: che storia tra Inzaghi e De Vrij!

Si ricompone all’Inter l’asse che aveva lanciato la Lazio. Con nessuno l’olandese ha segnato e giocato tanto. Malgrado quella notte di tre anni fa…

Pare che il primo squillo l’abbia fatto proprio a lui: “Ciao Stefan, parliamo dell’Inter”. E giù consigli, dritte, un po’ di dialogo. Come tre anni fa, quando De Vrij era la colonna della Lazio e Inzaghi il suo allenatore. Con nessuno ha segnato di più (7 gol nel 2017-18), con nessuno ha giocato più partite in una sola annata (47). Con pochi ha avuto un rapporto così intenso. I due si sono sempre parlati poco. Ad Auronzo, in ritiro, bastava che Inzaghi dicesse “Stefan, Stefan” per capire cosa volesse, o come potesse trasmettere i concetti alla difesa. Ciò che ha fatto Acerbi negli ultimi anni, De Vrij l’ha fatto per i primi due della sua gestione. Ora, tre stagioni dopo il famoso 20 maggio, quello del fallo da rigore su Icardi e le lacrime in panchina, si ritroveranno insieme all’Inter.

FEELING

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Stima reciproca. Basta un flashback. Febbraio 2020, intervista di De Vrij al canale della Serie A. Domanda su Inzaghi: “Non sono sorpreso dalla Lazio, è tutto merito di Simone”. Quello che nel 2016, sempre sulle Dolomiti, ci parlò per ore in albergo, assicurandogli che gli avrebbe affidato la difesa. Stefan veniva da un anno di stop, colpa di un infortunio al ginocchio, ma sentì una fiducia mai vista. Risultati: titolare in una retroguardia a 4 – il primo anno Inzaghi ha giocato così – con 27 partite e 2 gol. Il primo in Serie A lo segna al Chievo, settembre 2016, 530 giorni dopo l’ultimo guizzo: “Ho sofferto in silenzio”. Allenandosi sulla spiaggia per potenziare i muscoli. Merito dei suoi personal coach, Lieven Maesschalck e Bram Swinnen, ma anche di quel discorso di Simone. “Ha sempre creduto in me”.

ANNATA TOP

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Il 2017-18 è da greatest hits. Uno dei migliori della sua carriera. Inzaghi passa alla difesa a 3 e De Vrij guida la truppa: 47 partite e 7 gol, mai così tanti in carriera (sei in campionato e uno in Europa, di testa alla Dinamo Kiev). Ad agosto vince anche la Supercoppa contro la Juve, un grazie a Murgia e un altro al fratello di Lukaku, sprinter di fascia con l’assist decisivo. Fino ad aprile gioca alla grande, ma a Salisburgo il muro si rompe. Marco Rose imbriglia la Lazio e De Vrij viene tirato in mezzo, colpevole in tre gol subiti. Il poker degli austriaci sbatte fuori i biancocelesti dall’Europa dopo la vittoria dell’andata (4-2).

IL 20 MAGGIO

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Si parla di rinnovo, di intesa trovata, de Vrij è in scadenza ma sono tutti fiduciosi. Non andrà così: tutto fatto con l’Inter, addio Roma. Tempo un mese e la Lazio si gioca la qualificazione in Champions proprio contro i nerazzurri, dopo aver mancato il match ball a Crotone. Stefan dal 1′, Olimpico strapieno come nei primi anni duemila, un contratto già firmato con gli avversari per la stagione successiva. Roma si divide: “Gioca? Non gioca? Per me sì, per me no”. Alla fine Inzaghi sceglie: sì, Stefan gioca. È il 20 maggio 2018. Il resto è un film drammatico in cui l’olandese interpreta la parte dell’antagonista: fallo da rigore su Icardi, gol dell’argentino e Inter in Champions (ce la manderà Vecino, 2-3). Si è detto e scritto molto. Ne ha parlato anche de Vrij: “Chi mi conosce sa che ho dato tutto”. Lotito ha detto la sua: “Ho avallato la scelta di farlo giocare, uno sbaglio. Abbiamo perso per un suo errore”. E ancora, un anno fa: “Alcuni giocatori, in qualche maniera, hanno segnato il risultato. Volontariamente o involontariamente”. Stefan non ha mai risposto. L’anno scorso ha vinto lo scudetto da muro a 29 anni, The Wall, proprio com’era stato presentato. Il paragone con Samuel gli piace. Dopo Conte arriverà un altro martello. E questo lo conosce meglio di tutti.

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