Stadio, la Regione Lazio aspetta altri documenti

Roma
Stadio, la Regione Lazio aspetta altri documenti
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Mancano ancora l’ufficializzazione della decadenza del vincolo e la conversione dell’ultimo decreto

ROMA – Bisogna armarsi di sana pazienza e ormai dovrebbero essere tutti allenati nella specialità. L’iter del nuovo stadio di Tor di Valle è stato sin dall’inizio esitante e pachidermico. Beh, continua a esserlo. Alla Regione Lazio è arrivato dalla Roma il progetto definitivo, in forma di controdeduzioni, modellato sulla delibera di pubblico interesse appena approvata dal Comune. Gli specialisti stanno leggendo il tutto, progetto e delibera.

Manca ancora qualcosa perché il dossier sia completo. In primo luogo, l’ufficializzazione della decadenza del vincolo proposto dai beni culturali sul vecchio ippodromo. Esce una nota che rende pubblica la decisione e non c’è ancora il parere definitivo: sono le normali stranezze della burocrazia. Del resto una cosa è scrivere un comunicato stampa e un’altra stilare una relazione tecnica che si regga in piedi.

Ma non c’è tanta fretta. Perché la nuova versione del decreto sugli stadi, che alleggerisce da alcuni obblighi chi propone l’opera, non è ancora convertita in legge. Questo dovrebbe accadere sabato. Così la Regione ha tutto il tempo di consumare la settimana che le spetta nell’analisi dei documenti. Entro una ventina di giorni deciderà poi se e quando aprire una nuova conferenza dei servizi. La Roma, ammesso che tutto proceda per il meglio, intende aprire i cantieri nei primi mesi del 2018 e lo stadio per la stagione 2020-21. Servirà un mezzo miracolo, ma a essere ottimisti non si fa peccato.

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