Stadio caldo e tifo agguerrito: Juve, in Ungheria sarà trasferta vera

A Budapest i bianconeri giocheranno davanti a 20mila spettatori, per la prima volta dall’inizio della pandemia. E non sarà un ambiente amichevole per Ronaldo e compagni…

Cori, fumogeni, fischi e battimani. Quella di domani a Budapest, per la Juve, sarà una trasferta vera e propria, di quelle del calcio pre-pandemia a cui non siamo più abituati. Anche in Ungheria, come in quasi tutto l’est europeo, infatti, il pubblico è ammesso allo stadio con delle limitazioni: lo abbiamo visto nella gara che la Nazionale ha giocato in Polonia lo scorso 11 ottobre, ne abbiamo avuto un assaggio anche in Shakhtar-Inter della settimana scorsa. Se però, contro i nerazzurri, il pubblico ucraino era stato tutto sommato tiepido, è difficile che la Juventus possa avere lo stesso trattamento. Perché la Puskas Arena, stadio in cui si sarebbero giocate la partite di Euro2020, è la casa della Champions del Ferencvaros, e i biancoverdi di Budapest hanno una delle tifoserie più calde e violente del Paese. Mercoledì saranno ammessi circa 20mila spettatori, ma giocare contro un pubblico del genere, per chi è ormai abituato a stadi vuoti e silenziosi, può essere un problema non da poco per la squadra di Pirlo.

l’estrema destra

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Gli ultras del Ferencvaros sono da sempre legati all’estrema destra ungherese. Nel 2013, nella curva del Ferencvaros, apparve uno striscione in memoria di Laszlo Csatary, responsabile – durante la seconda guerra mondiale – della deportazione di oltre 15mila ebrei slovacchi nei campi di concentramento nazisti. Latitante, Csatary era sfuggito ad una condanna a morte del tribunale di Kosice ed era stato arrestato soltanto nel 2012, prima di morire a 98 anni. Più di recente, a giugno, sempre la curva del Ferencvaros aveva esposto lo striscione “White Lives Matter” durante il derby contro l’Ujpest, nello stesso periodo in cui, negli Stati Uniti, le proteste della comunità afroamericana raggiungevano i picchi più elevati dagli anni ’60.

con orban, contro orban

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Tra gli ultras del Ferencvaros sono tanti i membri di Jobbik, partito di estrema destra formalmente di opposizione, ma non molto lontano dalle politiche autoritarie e ultraconservatrici del premier Viktor Orban. A Jobbik, per dare un po’ di contesto, è anche legata la formazione paramilitare della Guardia Ungherese. Proprio del partito di Orban, Fidesz, è il presidente dei biancoverdi, Gabor Kubatov, parlamentare dal 2006 al 2014 e al centro di durissime contestazioni da parte della curva del Fradi. I tifosi non hanno gradito le eccessive misure di sicurezza e controllo, come gli scanner biometrici nelle aree di prefiltraggio, adottate proprio in seguito all’esposizione dello striscione per Csatary. Di lì è dunque partita, negli ultimi anni, una dura contestazione nei confronti di Kubatov, consistente in boicottaggi e cortei, alcuni anche fin sotto la sua abitazione. La “diserzione” sugli spalti non ci sarà mercoledì: lo stadio sarà caldo e pronto a trascinare i suoi nell’impresa contro la Juve. Pirlo e Ronaldo sono avvisati.

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