Sport di tutti nei carceri, al via progetti per 10 mila detenuti

Come stabilisce l’articolo 27 della Costituzione, il carcere in Italia ha una funzione rieducativa. E lo sport, in questa visione che mette al centro la fiducia, la solidarietà e la speranza nel futuro, gioca un ruolo decisivo. Anche di questo si è parlato stamattina presso la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia durante la presentazione del progetto “Sport di tutti – carceri” alla presenza dei ministri per lo sport e i giovani, Abodi, e della giustizia, Nordio, organizzato da Sport e Salute. Un piano che mira al potenziamento dell’attività sportiva negli istituti penitenziari, per creare una vera e propria progettualità e mettere “a sistema” le tante iniziative portate avanti da volontari e asd nelle carceri d’Italia. Preparazione fisica, formazione tecnica, reinserimento lavorativo nel mondo dello sport degli ex detenuti e tante altre idee sono già sul tavolo. Il 24 marzo è chiusa la piattaforma di candidatura dei progetti e a manifestare il loro interesse sono state 116 associazioni e società sportive, che opereranno in 60 istituti penitenziari per adulti, in 13 per minori e in 25 comunità di accoglienza per minori. In questi progetti saranno quindi coinvolti 10.000 detenuti. «Ci siamo posti un obiettivo ambizioso quando, nel febbraio 2021, abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – ha dichiarato Vito Cozzoli, presidente e ad della società Sport e Salute, che promuove lo sport e i corretti stili di vita – Da allora sono cresciute le sinergie con il ministro per lo sport, il dipartimento per lo sport e il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. Con queste azioni concrete, nei prossimi 24 mesi romperemo la routine e cambieremo le giornate a migliaia di detenuti. Avete il diritto alla riabilitazione e dentro questo diritto avete il diritto allo sport».

Oggi ci sono già diversi progetti negli istituti penitenziari, come quelli della Federazione Canottaggio (“Remare in libertà”), e della Federazione Sport Equestri (“A cavallo verso il futuro”), o delle federazioni rugby e tennis tavolo. I dati dicono che al 31 dicembre 2021 172 istituti su 189 hanno un progetto di attività sportiva, che coinvolge circa 26 mila persone. «L’obiettivo è mettere a sistema tutto questo» ha dichiarato il capo del DAP, Giovanni Russo. «Lo sport è parola di libertà – ha aggiunto – e libertà è esercizio fisico. Questo per noi segna un punto di svolta e abbiamo bisogno che le varie attività vengano coordinate da un network in cui Sport e Salute possa fare da hub di coordinamento». A breve inizieranno i lavori istruttori della commissione di valutazione e a giugno 2023 cominceranno le attività formative per operatori e tecnici di associazioni che opereranno in carcere. Per l’occasione, SeS ha promosso il primo corso per progettista e manager dello sport sociale. «Entro la fine del 2023 emetteremo un altro avviso da 1 milione di euro per dotare gli istituti penitenziari di attrezzature per l’attività fisico-sportiva» ha concluso Cozzoli.

«Lo sport, insieme al lavoro, sono elementi fondamentali per la rieducazione del carcere – le parole di Carlo Nordio, ministro della Giustizia – l’ozio e la rassegnazione viceversa rappresentano dei rischi enormi per chi sta scontando la pena. Per fare sport servono spazi adeguati e noi come governo vogliamo recuperare strutture idonee. Ci sono ad esempio decine e decine di caserme dismesse». «Lo sport nelle carceri è un veicolo di umanità e un modo per rieducare, anche se sono convinto che ci siano ancora ampi margini di miglioramento – ha aggiunto Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani – insieme possiamo insieme progettare luoghi di sport che rendano più umani le strutture detentive», Tra qualche mese la Costituzione «ospiterà finalmente lo sport, riconoscendo il suo valore sociale e la promozione del benessere in tutte le sue formule – ha proseguito Abodi – L’impegno nostro è quello di dare continuità con una visione di prospettiva. Lo sport deve essere una difesa immunitaria sociale». A moderare l’incontro, concluso con la testimonianze di Giovanna Sannino e Antonio d’Aquino, attori della fiction di successo “Mare Fuori”, sono stati gli ex campioni Angelica Savrayuk e Massimiliano Rosolino. Sul palco insieme alle autorità anche Clemente Russo, Aldo Montano e Nunzio Mollo del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre.


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