Spirito e gioco le nostre stelle: 15 motivi per credere in un’Italia da finale

Altre squadre sono più accreditate della nostra, ma ora gli azzurri fanno sognare: tutti i motivi per cui credere nella Nazionale di Mancini

Luigi Garlando

18 giugno – Milano

Dove può arrivare la Nazionale di Mancini che sta infiammando l’Italia? Proviamo a indovinarlo, attraverso qualche domanda.

1 – Possiamo vincere l’Europeo?

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Sì.

2 – Non è che fate i tifosi? Abbiamo battuto Turchia e Svizzera, mica Brasile e Argentina…

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Non diciamo che lo vinceremo, ma che possiamo vincerlo. Mancini sostiene che Francia, Belgio e Portogallo siano più forti. Con altre ce la giochiamo. Ha ragione. Ma ricordiamo cosa ripeteva Gattuso nel 2006: in un torneo breve spesso vincono i più bravi in quel momento e non i più forti in assoluto. Noi da qui all’11 luglio possiamo essere i più bravi. E comunque Turchia e Svizzera non sono così scarse come le abbiamo fatte sembrare. Nel test di Bologna abbiamo asfaltato la Repubblica Ceca che ha esordito nell’Europeo vincendo bene.

3 – Una ragione per cui potremmo vincere? Sentiamo…

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Lo hanno osservato tanti commentatori, come Gary Lineker: l’Italia sembra un club. Nessuno finora ha mostrato sincronie di gioco e meccanismi di squadra come gli azzurri. Transizioni perfette. In un torneo di partite ravvicinate avere un gioco che compensa i cali dei singoli può fare la differenza. Con la Svizzera avevamo un Insigne minore, l’organismo non ne ha sofferto. Chi assembla stelle, senza una solida trama di gioco, è più esposto ai cali di rendimento.

4 – Una seconda ragione?

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Lo spirito, l’empatia di gruppo, l’entusiasmo che Mancini ha coltivato ad arte e che si legge a occhio nudo. Non è stata banale la montagna di azzurri uno sopra l’altro dopo un gol di Locatelli e neppure i canti sul pullman o le tante dichiarazioni dei giocatori che sottolineano l’atmosfera di Coverciano. Un’empatia cementata dalla voglia di riscatto dopo l’Apocalisse e cresciuta sull’onda dei 29 risultati utili consecutivi. Mancini ha nello staff Oriali e De Rossi, protagonisti nei trionfi dell’82 e del 2006, arrivati anche, se non soprattutto, grazie al gruppo. Lo spirito a volte fa miracoli.

Vero, quanto a individualità di spicco c’è chi ha di più. Ma senza esagerare. Diteci una prestazione individuale superiore a quella di Locatelli con la Svizzera. Scambiereste Loca con Rabiot? Noi neanche con Pogba. Kanté è da Pallone d’oro, ma quando Jorginho dice “Barella è il mio Kanté”, non bestemmia. E lo conosce bene. Quante mediane avete visto finora all’Europeo superiori alla nostra? Lukaku è un uragano, ma in 5 incroci con Bonucci e Chiellini ha fatto solo un gol su rigore. E comunque,come detto, il nostro vero top-player è il gioco.

6 – La Francia sinceramente sembra di un altro pianeta?

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No, è del nostro. Più forte, più esperta, più talentuosa, favorita, ma non ingiocabile. Era molto più ingiocabile il Brasile nell’82 quando Carmelo Bene declamava: «Loro hanno la grazia, noi solo Graziani». Pare che Mancini abbia la grazia… Varane ha fatto un buon debutto, ma ha tradito spesso. Molte le stelle umorali di Deschamps. In fondo, contro una Germania modesta ha vinto su autogol. Senza dimenticare la massima di Florenzi: basta un corner a cambiare la storia.

7 – Senza Chiellini, però…

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Chiellini dà tantissimo, sul piano tattico e su quello emotivo. Ma l’Italia difende da squadra, già in attacco, presidiando le linee di passaggio, come dimostra il numero delle ammonizioni: zero. Recuperiamo palla prima di ridurci al corpo a corpo e al fallo. Non dipendiamo da un singolo marcatore. E, grazie alle conoscenze di Mancini, chi entra fa sempre bene. Vedi Di Lorenzo e Acerbi. Dieci partite senza subire gol non sono una coincidenza.

8 – Pressare alto squadre come la Francia però può essere un suicidio. Mbappé in ripartenza è un filo più temibile di Embolo.

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Spezzare i rifornimenti a Mbappé è il modo migliore per disinnescarlo. E poi Mancini sa adeguare i principi al nemico.

9 – Non siamo troppo leggeri a centrocampo?

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Lo hanno detto per anni di Xavi e Iniesta, mentre loro vincevano tutto. Tecnica, tempismo e sincronie rendono superfluo l’uso della forza. Nel rugby sarebbe più complicato, ma questo è calcio.

10 – Come si fa a tenere fuori questo Locatelli?

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Semplice: lo si tiene dentro. Intanto resta titolare, perché Verratti deve completare il rodaggio, poi entrerà nella rotazione degli interni, il ruolo più dispendioso. Mancini pretende pressing e ritmi alti anche sul 3-0. Perciò saranno necessarie forze fresche per sostenere il furore. Locatelli potrà dare anche il cambio a Barella, sarà protagonista. E con lui Pessina e Cristante.

11 – Immobile ha segnato 2 gol in 2 partite, okay. Ma può bastare per vincere l’Europeo?

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Mancini sta lavorando di psicologia per rafforzare l’autostima del suo centravanti. Con la Svizzera l’ha tenuto in campo nonostante i tanti errori per consentirgli di cercare il gol che poi ha trovato. Non ha ancora fatto esordire Raspadori, temendo forse che possa compiere una prodezza e far innamorare la gente che aspetta un nuovo Pablito. Il c.t. sta proteggendo Ciro come Bearzot fece con Rossi, sperando di essere poi ricambiato da gol pesanti. Quando non potrà più contare su 5 occasioni per segnare un gol. Di sicuro il centravanti non è il nostro punto di forza, in rapporto a Benzema, Lukaku e CR7. Ma anche qui compensiamo con il gioco. Attacchiamo l’area in 5, hanno già trovato il gol Insigne, Berardi e Locatelli. E comunque, la rete decisiva nella finale dell’ultimo Europeo l’ha segnata il portoghese Eder, non CR7. Anche gli umili fanno la storia.

12 – Rischiamo il Belgio nei quarti e la Francia in semifinale: il meglio. Anzi, il peggio…

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Della Francia favorita abbiamo detto. Il Belgio bivacca da tempo all’ultimo campo base in attesa di arrivare in vetta. Oltre al talento, ora una saggezza nuova nella gestione e un De Bruyne in più. Il Portogallo ha tante di quelle fonti di gioco che solo a immaginare di tapparle tutte viene mal di testa.

13 – Meglio arrivare secondi per cambiare lato del tabellone?

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No. Se Mancini ordinasse una cosa del genere contro il Galles rinnegherebbe tre anni di lavoro e di educazione. Questa Nazionale è stata programmata per cercare sempre la vittoria.

14 – Bello, però a cercare sempre gol e bellezza, ci si stanca. Pagheremo la fatica?

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Il rischio c’è, dovrà essere il turnover a evitarlo. Sopratutto per giocatori determinanti che vanno sempre a tutta come Spinazzola. Per essere bella e vincente, questa Italia deve correre sempre al massimo, anche sul 3-0, come ha fatto con Turchia e Svizzera. Solo così possiamo competere con nazionali più talentuose. È grazie a questo spirito generoso e coraggioso che l’Italia di Mancini ha ridato orgoglio ed entusiasmo a un Paese ferito dalla pandemia. Saremo belli o non saremo».

15 – Quindi voi credete che l’11 luglio potremmo anche giocarci la finale a Wembley?

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Non sarà facile, soprattutto se ci troveremo la Francia sulla strada. Ma il solo fatto di poterlo sperare, con ragioni credibili, mentre tutti ci applaudono sorpresi, è già un trionfo, visto che solo tre anni fa non eravamo tra le 32 squadre che disputavano il Mondiale in Russia, smarriti tra le macerie di un’Apocalisse.

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