Spinazzola: “La Roma è unita. Il ko nel derby ancora brucia”

Che partita è stata?
“Il calcio è fatto di episodi, ma devi essere bravo a girarli a tuo favore. Se vai sotto 2-0 dopo venti minuti diventa difficile. Perché loro sono fortissimi in quello, si sono messi là, tutti dietro la linea, raddoppiavano sempre, perdevamo palla e ripartivano. In quel caso ti ammazzano, perché perdi energie mentali e fisiche, pensi di non riuscire a passarli, non vedi giocate possibili e contemporaneamente devi farti sessanta metri di corsa per difendere contro calciatori di gamba bravi a ripartire. È nato tutto da due episodi, è vero, ma il calcio è fatto così”.

Spinazzola: “La Roma è unita”

Il match di campionato contro lo Spezia è arrivato dopo la scottante eliminazione in Coppa Italia: quell’abbraccio di gruppo che c’è stato all’ultimo è la fotografia che simboleggia la vostra unione?
“Noi siamo quelli, siamo un gruppo così, unito. Le sconfitte capitano, anche se nessuno le vorrebbe, nemmeno in amichevole, e noi siamo i primi a essere arrabbiati. Ma una cosa è certa: abbiamo consapevolezza della nostra forza e questo è un aspetto importante, perché significa che c’è equilibrio nella testa di ciascuno di noi. Soprattutto qua a Roma è importante. Dopo il Derby eravamo terzi e qualcuno iniziava a dire che bisognava cacciare via tutti. Siamo i primi a essere arrabbiati, vogliamo vincere ogni partita, soprattutto il Derby, nessuno di noi vuole perdere, ma siamo terzi”.

Hai fatto l’assist a Karsdorp per il 3-1 e poi quello a Bruno Peres, che ha servito Pellegrini per il 4-3: è uno dei tratti distintivi del vostro calcio il cambio di gioco da un esterno all’altro, anche in area di rigore?
“Sì, è uno degli aspetti positivi della linea a cinque. A quattro sarebbe difficilissimo farlo e servirebbe un centrocampo in grado di coprire tutto. Nel nostro sistema i quinti fungono da ali aggiunte e i tre difensori e il mediano devono essere bravi a chiudere dietro, mentre noi dobbiamo andare sul fondo e a metterla sul secondo palo”.

Ci descrivi l’azione del 4-3? Cosa hai pensato quando hai messo la palla in mezzo?
“I pensieri sono stati contrastanti nel giro di pochi secondi. Appena lo abbiamo preso mi sono detto “è finita”, ma poi dal calcio d’inizio ho pensato “adesso lo facciamo”. L’episodio, poi, è andato bene. Vedi? Anche qua è stato un episodio, perché Bryan ha fatto un passaggio che è stato deviato e la palla è andata sul fondo, ma siamo stati bravi a spingerlo a nostro favore”.

Sei un destro che gioca a sinistra, è un limite o un valore aggiunto?
“Io gioco a sinistra, quello è il mio ruolo. Per me è un fattore positivo, anche perché quando posso provo a utilizzare anche il sinistro. In fase offensiva sono un esterno aggiunto, che gioca a piede invertito, come capita agli esterni d’attacco. Sono cinque anni che faccio il quinto a sinistra e mi trovo bene là. Come ho già detto in passato, a destra mi trovo male e faccio fatica, dovrei abituarmi e cambiare tutto, a partire dalla postura del corpo”.

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