“Io di Totti ne vorrei 4-5, altrimenti la Roma non vincerà mai niente – continua – Queste giocate io le vedo ogni giorno ma è chiaro che devono essere messe sempre in un ragionamento complessivo. Per me Totti se si allena come ora può continuare a giocare”. Così Luciano Spalletti che poi si scatena quando si parla del rigore del capitano che al 93′ ha deciso la sfida con la Sampdoria. Al tecnico il commento a Premium dell’ex arbitro De Marco (“Il tocco c’è, ma è un rigore un po’ generoso”) fa salire la temperatura e il lato “fumino” del suo carattere. “Dzeko sul fallo prende una botta sul piede forte che gli allarga la gamba di 2o-25 centimetri e poi non è più coordinato”, è l’analisi quasi fisica dell’episodio di Spalletti. “Un calcio che gli allarga l’adduttore: questo è rigore netto. Dzeko stesso, poi, mi ha detto: mister, mi ha dato una botta, e forte. Quindi chi dice che non è rigore è di parte” E non parlate a Spalletti di ‘contatto’. “Questa è una pedata, se ti ‘fò’ una carezza è un contatto. E poi s’è parlato un anno intero di Dzeko che non cade mai e che in svariate situazioni dove lui vuole rimanere in piedi per tirare..”.
roma vera per 70’ — Acque più calme, invece, quando l’allenatore parla del match: “Nei 25 minuti iniziali la Roma ha fatto la Roma, poi per 20’ la Samp ci è montata sopra ed è andata in vantaggio in maniera giusta e infine 50’ della Roma che doveva chiudere la partita prima. Detto questo, mi dispiace per Marco Giampaolo e per la Samp che gioca un buon calcio”. Su Viviano, autore di diverse prodezze, l’allenatore commenta con una battuta: “Io sono amico di Yashin e oggi Viviano me lo ha ricordato”.
Capitolo successivo: i black out nei 90’. “Alla Roma mancano dei leader che facciano vedere lo spessore del capitano. Il mio impegno è quello di far nascere qualcun altro che possa sostituire Francesco nei cuori degli sportivi. Ma se faccio questo, vi domando, è perché sono contro di lui? No, io di Totti ne voglio 4 o 5, se no la Roma continuerà a non vincere niente”.
