Spalletti: “Su questo trionfo c’è anche la protezione di Maradona”. E si commuove

“Quelli come me che sono abituati a lavorare duramente sempre, non riescono a gioire. Quest’anni è stato il 2° tempo, il primo l’abbiamo giocato la scorsa stagione”. Le dediche e le lacrime

Luciano Spalletti ai microfoni di Dazn è pacato. Non sembra che abbia appena vinto lo scudetto: “Quelli come me che sono abituati a lavorare duramente sempre, non riescono a gioire. La felicità è una cosa fugace. Ora devo rilavorare, ripartire. Bisognerebbe riuscire a fermarsi ma è un impostazione di vita…”. La sua gioia è quella per gli altri: “Vedere i partenopei felici, sorridere, è la più grande emozione. Sono loro che la trasferiscono a me. Il problema era arrivare qui, col sentimento di una città sul collo. Loro la esprimeranno nei momenti duri, superandoli pensando a questa serata. Era nostra responsabilità dargli questo enorme diritto di gioire. Uno pensa a tutte queste cose e si sente rilassato. Pensa, ‘ meno male ce l’ho fatta’, ma la felicità finisce lì”.

vittoria unico obiettivo

—  

Gli chiedono se era venuto a Napoli per vincere: “Era obbligatorio, visto i grandi allenatori e i grandi campioni che il pubblico di questa fede ha visto. Qui ha giocato Maradona e in questo risultato c’è anche la sua protezione. Diventa difficile andargli a dire che va bene essere arrivati terzi, aver lottato per lo scudetto. Ci sono allenatori che dicono, ‘è solo il terzo anno che lavoro con questa squadra’… Noi siamo partiti pre restare in Champions, la richiesta che mi è stata fatta era di tenere la squadra in zona Champions. Il primo obiettivo era quello, mantenerlo nel tempo, ci siamo entrati, non potevamo mai uscirne. Poi si è addirittura arrivati a contestare la squadra e la cosa non mi è piaciuta. Quando l’anno scorso ho detto che si doveva provare a vincere mi sono saltati addosso perché avevo detto qualcosa di troppo grosso. Ma quel qualcosa che andava al di là era per strappare il massimo dai calciatori e avere la mentalità per andare avanti quest’anno. Questo è stato il secondo tempo, il primo è stato l’anno scorso, quando abbiamo fatto un grande campionato, partite splendide, senza aver mai messo in discussione l’obiettivo che ci era stato chiesto. Qui ci sono stati Benitez, Ancelotti, Sarri, che ha fatto il miglior calcio d’Italia, Gattuso che ha vinto la Coppa Italia. E io qui cosa ci venivo a fare se non per vincere lo scudetto? Non avevo via d’uscita, non avevo scampo”.

dediche

—  

Spalletti chiude con le dediche: “Alla squadra, ai calciatori. Meritavano di essere loro a dare questa gioia alla città. A tutto il pubblico. Napoli, è per te! Poi a tutti quelli che lavorano nella squadra, a quelli ‘che si lavora’, a Matilde mia figlia, a tutta la famiglia, ai miei amici, – si commuove – a mio fratello Marcello”. Inquadrano Osimhen, il tecnico gli dice: “E’ duro come le pigne verdi, fortissimo, ha cuore, disponibilità per il lavoro, per la squadra. Anche oggi rincorreva tutti, quando vede la palla è come i bambini piccoli, la rincorre da tutte le parti. Se lo merita, ha fatto tanta roba per la squadra, il gol scudetto diventa il giusto premio per lui”.

Precedente Lapo Elkann: Complimenti Napoli, voglio una Juve che gli sfili lo Scudetto Successivo Maradona, lo stadio della felicità. E la festa parte sulle note di Pino Daniele