Spalletti sente profumo di scudetto: “Rivincita? Mi hanno sempre detto di non aver vinto, ma valeva la pena aspettare…”

L’allenatore del Napoli ha parlato in vista del possibile match ball contro la Salernitana: “Non so come potrò reagire al gol scudetto, a quello di Raspadori non mi sono mosso…”

Dal nostro inviato Maurizio Nicita

29 aprile – Castel Volturno (Ce)

Luciano Spalletti cerca di rimandare certi pensieri. Ma non è facile: “Se ripenso a come son partito mi emoziono tanto. E domani lo sarò ancora di più. Questa per noi e Napoli è una sfida da vincere. C’è emozione e anche un po’ di paura di non portarlo a termine. Se dormirò? Di solito dormo poco”. Orgoglio e freno a mano alzato: “Mi pare che dal 2001 lo scudetto se lo prendono due città, Torino e Milano. E se questo non accadrà dobbiamo ringraziare i giocatori per quello che stanno facendo. Come mi comporterò? Non so quale potrà essere la reazione a un gol che ci potrà portare la felicità. Al gol di Raspadori non mi sono mosso…”.

La mia Napoli

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C’è anche poesia nelle parole dell’uomo di Certaldo, innamorato di questa città: “Napoli è energica, a volte un po’ folle. Vista da fuori sembra molto teatrale e poco vera. Invece per me è l’opposto, i napoletani vivono in maniera profonda. È una qualità saper trasmettere in maniera spettacolare certi concetti”. Poi racconta in particolare di due anni fa: “I miei figli mi dissero: “Babbo a Napoli non si può non andare”. Sembravano fossero in curva ai tempi di Maradona”.

L’appello

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L’allenatore poi si rivolge alla massa magmatica pronta a invadere il centro storico: “Bisogna saper vincere anche dopo la gara, nei comportamenti, ed è importante saper divertirsi. Sarà la festa dei bambini e se qualcuno metterà a rischio questa festa. Servirà buonsenso. Bisogna pensare ai figli. E loro sono quelli che devono festeggiare, se succedesse”.

La rivincita

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Poi si toglie un sassolino dalla scarpa ma lo fa con classe: “Mi hanno spesso sottolineato che non ho vinto, che non ci sono riuscito prima. Ma se questa attesa poi è valsa a far sì che questa situazione la potessi vivere con il Napoli ne è valsa la pena. Anche i giocatori sono alla ricerca di poter raccontare a figli e nipoti storie eccezionali. Sono dei ragazzi perfetti per fare calcio: umili, disponibili a metterci qualcosa di proprio. Mi rende orgoglioso vedere le amicizie che si sono create nello spogliatoio. Tutto quello che facciamo è per le persone che ci hanno aspettato col fiato sospeso di notte all’aeroporto solo per salutare la squadra sul pullman. Il tempo è quello che determina se vuoi bene a una cosa. E io ai giocatori ho dedicato tutto. Anche la sera magari due ore libere per vedere un particolare in più da allenare“.

La partita

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“Noi sappiamo quale deve essere la nostra direzione. Non dobbiamo fare inversione, ma proseguire dritto come abbiamo fatto sino adesso. Siamo pronti a giocare domani lo saremmo stati oggi, con tutte le forze, anche quelle che non abbiamo. Siamo di fronte a una sfida estrema, se li affronti bene e porti a casa il risultato poi puoi assaporarlo. Abbiamo lavorato per vivere queste giornate qui. Abbiamo chiaro quello che dobbiamo fare in campo e nella preparazione”. Poi la risposta indiretta a chi si è lamentato per lo spostamento: “Noi non abbiamo affidato al prefetto il nostro campionato, ma alla nostra idea di gioco. AI risultati che abbiamo saputo meritarci. L’odio verso gli altri non è mai uno strumento per difendere se stessi“. Sulla Salernitana: “Sono convinto che faremo la nostra partita, ma non so se basterà perché loro sono da otto partite in serie positive. Visti da fuori sono una società proiettata nel futuro. Per noi sarà difficilissima. Conosco e stimo Paulo Sousa, so quanto vale De Sanctis, Iervolino è un presidente vincente”.

L’elogio

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Per questo gruppo che gli sta regalando qualcosa di unico: “Abbiamo calciatori che sarebbero forti anche come ciclisti. Ma la nostra squadra è più forte tutta insieme che non la somma di undici giocatori”. Ultimo particolare: “Nella partitella di stamane la palla girava ai duemila orari. Quello che si sono costruiti con il loro lavoro lo percepiscono. Fantastici”.

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