Spalletti: “Parlare di calcio a Napoli è come andare al Luna Park”

NAPOLI – Maurizio Sarri e Luciano Spalletti. Uno ha sognato in passato di poter strappare lo scudetto alla Juventus con il suo Napoli, l’altro lavora per riportare il tricolore un giorno sotto il Vesuvio in un prossimo futuro. Quasi un passaggio di consegne ‘ritardato’ (tra le due gestioni ci sono state quelle di Ancelotti e Gattuso) quello che va in onda in diretta mentre i due sono collegati dopo i rispettivi match: 1-1 al ‘Maradona’ contro il Verona per gli azzurri e vittoria all’Olimpico contro la Salernitana (3-0) per la Lazio dell’ex tecnico partenopeo.

Napoli-Verona 1-1: il tabellino

“Sofferta la loro aggressività”

Salutato il suo precedessore poi Spalletti analizza la sfida contro l’Hellas, in cui ha visto la sua squadra andare sotto e pareggiare nel primo tempo senza poi riuscire a effettuare il sorpasso nella ripresa: “Nel secondo tempo di siamo un po’ allungati, un po’ disuniti – spiega il tecnico del Napoli -. Non siamo stati bravi ad essere un blocco squadra con tutti vicini e in queste situazioni loro sono bravi, nel riversarsi negli spazi lasciando l’uno contro uno dietro. In alcuni momenti ti vengono così forte addosso che diventa quasi inevitabile giocare in avanti invece che palleggiare e cercare di liberarsi con degli uno-due stretti. È una tattica nuova, che agevola i giocatori più fisici rispetto a quelli più tecnici, ma in tanti iniziano a utilizzarla e bisogna imparare ad affrontarla.

Il Verona ferma anche il Napoli: solo 1-1 per Spalletti al Maradona

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“I miei centrali attenti, ma in costruzione…”

Un giudizio sulla coppia centrale di difesa formata oggi da Juan Jesus e Rrahmani: “Sono forti fisicamente e attenti, due calciatore difficili da attaccare ma quando c’è da fare la partita o si gioca in casa serve magari più qualità nella costruzione, perché se gli avversari pressano i mediani bisogna iniziare l’azione con i centrali. Poi un commento sul complimento che gli ha di recente fatto il presidente Aurelio De Laurentiis, definendolo il ‘tredicesimo uomo’ in campo: “Non mi è andata male – ha detto il tecnico del Napoliperché il tredici è un numero che mi piace. Poteva andare anche peggio. È vero che l’allenatore importante, ma lo sono anche i calciatori e la società oltre che una tifoseria come la nostra e mi dispiace non aver vinto perché oggi erano tornati i ragazzi della curva. Il risultato però va accettato”.

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